giovedì 29 gennaio 2009

-- "Onda su Onda":

Domenicaut - puntata 07

"Onda su Onda": una videonarrazione del movimento studentesco napoletano e nazionale realizzata in collaborazione da InsuTv e da Onda 2.0.
Trasmessa il 18 gennaio nei cieli di Napoli e sul web, puoi ora guardare e scaricare separatamente tutti i singoli video al link:

http://www.insutv. it/domenicaut/ numero-puntata/ 07

La video-documentazion e del movimento, la fiction, le interviste, il professore di gastronomia, la musica, il Tg-Onda...

-- Progetto di legge Aprea.

Inviato: Mercoledì 28 gennaio 2009, 12:39:39
Oggetto: [gelmini_no] CGIL Scuola e DDL Aprea

Fonte CGIL Scuola.


Progetto di legge Aprea. Audizione delle OO.SS. presso la VII Commissione Cultura della Camera 28-01-2009 | Scuola Si è tenuta ieri, presso la VII Commissione Cultura della Camera, l'audizione delle Organizzazioni sindacali di categoria sulle proposte di legge aventi per oggetto le norme di autogoverno delle istituzioni scolastiche e la libertà di scelta educativa delle famiglie, nonché la riforma dello stato giuridico dei docenti.
La Commissione cultura ha costituito un comitato ristretto con lo scopo di prendere in esame le varie proposte di legge sui citati argomenti, partendo dal testo base (PdL. n. 953) presentato al Parlamento dall'on. Aprea, presidente della VII Commissione, testo del quale abbiamo fornito informazioni e valutazioni fin dalla sua prima presentazione.

Intervenendo come FLC Cgil, abbiamo rilevato in premessa che siamo in presenza di un provvedimento che scardina alle radici il nostro sistema di istruzione e ciò richiede come non mai un confronto vero sia con il mondo della scuola che con la società.
Secondo la FLC, il testo Aprea interviene in modo sostanziale sull'impianto costituzionale ed è proprio per questo che c'è la necessità di un approfondimento vero delle tante questioni che la proposta di legge affronta. A questo proposito abbiamo ricordato la lettera unitaria, a firma dei segretari generali confederali e di categoria dello scorso 23 luglio, nella quale si denunciava l'intenzione, contenuta nella proposta di legge, di intervenire sulla formazione in servizio, inquadramenti, progressioni di carriera e sulla retribuzione, nonché sui diritti di rappresentanza e di tutela dei lavoratori della scuola, prefigurando in tal modo il ripristino del regime pubblicistico su tali materie, ora di competenza contrattuale..

Abbiamo, quindi, elencato i punti principali della proposta Aprea che vedono la netta contrarietà della FLC Cgil: la possibilità di trasformazione delle scuole in fondazioni – che mina alle radici la funzione pubblica della scuola della Repubblica, a favore di una sua soggezione agli interessi politici ed economici estranei alla scuola quale comunità educante; il ritorno allo stato giuridico dei docenti; la mancanza assoluta di ogni riferimento al personale ATA - che è soggetto importante della scuola autonoma il cui ruolo va riconosciuto e valorizzato; le forme di reclutamento del personale ed i percorsi della formazione iniziale.

Abbiamo rilevato la contraddizione, su questi ultimi aspetti, con quanto deciso, nel luglio scorso, dal Ministro dell'istruzione che, in attuazione della norma contenuta nella Finanziaria 2008, Legge 244/07 art. 3 comma 416, ha costituito un gruppo di lavoro con il compito di "…definire i requisiti e le modalità della formazione iniziale e della attività procedurale per il reclutamento del personale docente….". Peraltro, abbiamo rilevato, non si può parlare del futuro sistema di reclutamento, senza prefigurare contestualmente soluzioni per chi è inserito nelle attuali graduatorie ad esaurimento, che vedono circa 250.000 persone, in possesso di titoli, accademici e professionali, accumulati in anni di precarietà, che attendono di conoscere il proprio destino occupazionale. Oltretutto con i tagli imposti dall’Economia, in alcune realtà territoriali e per alcune classi di concorso, si profila lo spettro di un loro mancato esaurimento nei prossimi anni!

Il fatto, poi, che si prefiguri la costituzione di un’area contrattuale, ridotta nelle competenze ma riservata ai soli docenti, con la evidente conseguenza, sottintesa a questo disegno, di affidare i destini contrattuali del personale ATA ad altra area, è in palese contraddizione con le proposte del ministro Brunetta che tende, al contrario ad una riduzione delle aree contrattuali attraverso l’accorpamento di quelle esistenti.
Secco no è stato ribadito anche sulla proposta della separazione delle carriere dei docenti, che tende a rompere l'unitarietà della funzione docente, con la creazione di insegnanti di serie a e di serie b: per la FLC il possesso dei necessari titoli richiesti per l'insegnamento è la condizione che definisce l’essere insegnante.

Ma anche la proposta di ridefinizione degli organi di governo dell'istituzione scolastica, operazione senza dubbio necessaria, svela un'idea di scuola subalterna alle scelte ed agli interessi di soggetti, privati, che si intende far entrare nell’attività di indirizzo dell’istituzione scolastica, la cui autonomia progettuale e professionale subirebbe, contrariamente a quanto si proclama, un pesante vulnus.

Nel concludere il nostro intervento, abbiamo affermato che la scuola ha certo bisogno di interventi che la migliorino anche sotto l'aspetto organizzativo ma le norme contenute in questa proposta di legge ottengono solo un unico e certo risultato:lo smantellamento della scuola della Repubblica, come la Costituzione l’ha pensata e disegnata.
Abbiamo infine chiesto all'on. Aprea di prevedere altri momenti di confronto sull'andamento dei lavori in Commissione, dato che molte sono le proposte di legge in materia presentate sia da parlamentari della stessa maggioranza che dall’opposizione e non sappiamo quale sarà il testo di legge che sarà sottoposto all’esame del Parlamento.

Ribadendo che l'impianto della proposta mira a scardinare il sistema di istruzione, riteniamo sia doveroso non considerarla come ordinaria proposta di legge e abbiamo auspicato che la maggioranza non tenti, ancora una volta, di "distrarre" l'opinione pubblica con dibattiti su questioni marginali.
La posta in gioco è alta e vanno fornite puntuali informazioni e garantito un confronto ampio dentro e fuori la scuola, perché dirompente sarebbe l'effetto del provvedimento, se venissero approvate le norme contenute nel provvedimento Aprea, non solo sul nostro sistema di istruzione, ma anche sul ruolo della scuola in rapporto al modello sociale ed economico che si intende costruire.
L'on. Aprea, nel chiudere la riunione, ha preso l'impegno di programmare altri momenti di confronto primo del passaggio del testo finale in sede referente. ribadendo che il testo sul quale continuerà a lavorare la Commissione è quello da lei proposto.

Roma, 28 gennaio 2009

-- Il Miur comunica alle scuole di fare il bilancio senza soldi.

Fonte CGIL Scuola

Il Miur comunica alle scuole di fare il bilancio senza soldi.. Ma le scuole non sono ancora fondazioni e funzionano solo con i dovuti trasferimenti dello stato 28-01-2009 Con una nota del 26 gennaio 2009 il MIUR comunica alle scuole che debbono fare i bilanci annuali senza i soldi del funzionamento.
E lo si dice in una nota che riguarda altro, così, per caso.

Per la prima volta nella storia della scuola italiana non si danno soldi alle scuole per il funzionamento ordinario.

Finora si erano operati tagli, ora siamo alla soppressione dei fondi..
Semmai – dice la nota – farete una variazione di bilancio quando riceverete eventuali ulteriori assegnazioni.
Fonte CGIL Scuola

Il Miur comunica alle scuole di fare il bilancio senza soldi.. Ma le scuole non sono ancora fondazioni e funzionano solo con i dovuti trasferimenti dello stato 28-01-2009 Con una nota del 26 gennaio 2009 il MIUR comunica alle scuole che debbono fare i bilanci annuali senza i soldi del funzionamento.
E lo si dice in una nota che riguarda altro, così, per caso.

Per la prima volta nella storia della scuola italiana non si danno soldi alle scuole per il funzionamento ordinario.

Finora si erano operati tagli, ora siamo alla soppressione dei fondi..
Semmai – dice la nota – farete una variazione di bilancio quando riceverete eventuali ulteriori assegnazioni.

E’ la politica di chi vuole affamare le scuole italiane.

Non si danno i soldi per le supplenze, non si danno i soldi per le visite fiscali che le scuole sono obbligate a inviare anche quando non servono grazie al Ministro Brunetta e che le ASL non fanno più gratis, non si danno i soldi per le gratuità contrattuali di mensa al personale.
Peraltro è ormai certo che la manovra di bilancio ha mandato in fumo 37 milioni di euro per le attività di recupero del debito scolastico..

Ora siamo alla frutta: non si danno neppure più i fondi per il minimo funzionamento.
La ragione è che evidentemente non sono stati previsti nel bilancio dello Stato.

Ma forse pensano i nostri governanti che le scuole italiane siano già diventate fondazioni che si cercano i soldi sul mercato?

Non accetteremo questa politica che soffoca le scuole italiane.
Roma, 28 gennaio 2009

mercoledì 21 gennaio 2009

-- Proviamo a fare un po' di chiarezza sulla valutazione dal punto di vista legislativo

Milano , 15/01/2009
di Mario Piemontese

Per quanto riguarda la valutazione il disastro sarà totale se non facciamo qualcosa, in ogni caso per il momento non è cambiato nulla!

Cercherò di spiegarlo brevemente.

Le modifiche che il ministro Gelmini vuole introdurre a proposito di valutazione sono contenute negli articoli 2 e 3 del decreto legge n. 137/08 (Decreto Gelmini) convertito nella legge n. 169/08.

Il primo dei due articoli si occupa della "Valutazione del comportamento degli studenti" e riguarda la scuola secondaria di I e di II grado.

A proposito della valutazione del comportamento inferiore a sei decimi che comporta la non ammissione all'anno successivo o all'esame di fine ciclo, viene espressamente detto che verrà pubblicato un decreto ministeriale che specificherà "i criteri per correlare la particolare e oggettiva gravità del comportamento al voto inferiore a sei decimi, nonché eventuali modalità applicative del presente articolo".

Nella circolare ministeriale n. 100 dell'11 dicembre 2008 a tale proposito si legge:

"I criteri di riferimento per determinare la gravità del comportamento, e la conseguente insufficienza, saranno precisati con apposito decreto ministeriale. La bozza di decreto è stata già predisposta; ha costituito oggetto di un primo confronto con le associazioni dei genitori e degli studenti ed è in fase di stesura definitiva.".

Non ci sono dubbi, quanto previsto dall'art. 2 del decreto legge n.. 137/08 convertito nella legge n. 169/08, senza il citato decreto ministeriale non si può applicare, e per il momento il decreto ministeriale NON ESISTE!

Il secondo dei due articoli citati si occupa di "Valutazione sul rendimento scolastico degli studenti" e riguarda sia la scuola primaria che la secondaria.

L'aspetto più rilevante dell'articolo è la sostituzione, nella scuola primaria e secondaria di I grado, dei giudizi con la valutazione in decimi.

L'articolo prevede per la sua stessa applicazione un regolamento cioè un Decreto del Presidente della Repubblica (DPR), che poi in sostanza non è altro che un regolamento del Governo, simile dal punto di vista legislativo ai 4 regolamenti, previsti dall'art. 64 del decreto legge n.112/08 convertito nella legge n. 133/08, a proposito di: rete scolastica e personale, scuola d'infanzia, primaria e secondaria di I grado, licei e istituti tecnici.

Il percorso che deve seguire un DPR che si occupa di scuola è il seguente.

Il DPR deve essere approvato preliminarmente dal Governo, ma a quel punto NON è ancora legge.

Sul testo approvato deve esprimersi sicuramente il Consiglio di Stato, quando previsto la Conferenza Unificata e per le parti di competenza il Consiglio Nazionale della Pubblica Istruzione (CNPI).

Al termine per diventare legge il regolamento deve essere approvato definitivamente dal Governo.

Per il momento lo stato dell'arte è il seguente.

I 4 regolamenti sopracitati sono stati approvati preliminarmente dal Governo il 18 dicembre, ma devono passare ancora dal Consiglio di Stato, dalla Conferenza Unificata, dal CNPI e essere poi approvati definitivamente dal Governo.

Il regolamento sulla valutazione è ancora più indietro nel percorso legislativo perché NON è ancora stato approvato preliminarmente dal Governo. Il CNPI si è espresso il 17 dicembre su un testo inviato dal Governo, ma dovrà esserci ancora il passaggio dal Consiglio di stato e l'approvazione definitiva da parte del Governo.

Nella circolare ministeriale n. 100 dell'11 dicembre 2008 a tale proposito si legge:

"Per dare sistematicità , coerenza e assetto funzionale alle norme in materia di valutazione degli studenti la legge n. 169/2008 prevede un apposito regolamento di coordinamento delle disposizioni normative e di applicazione dell’art. 3 della stessa legge. In tale prospettiva uno schema di regolamento di coordinamento delle norme per la valutazione degli studenti è stato definito ed inviato al Consiglio nazionale della pubblica istruzione per il previsto parere."

Anche in questo caso non ci sono dubbi, quanto previsto dall'art. 3 del decreto legge n. 137/08 convertito nella legge n. 169/08, senza il citato decreto del Presidente della Repubblica non si può applicare, e per il momento tale decreto ha appena iniziato il suo percorso legislativo.

I Collegi dei Docenti quindi possono e devono respingere qualsiasi pressione esercitata dai Dirigenti Scolastici a proposito di valutazione in decimi e 5 in condotta.

sabato 17 gennaio 2009

-- VI INOLTRO UN APPELLO:

vi.gallo@maildip.regione.campania.it
Subject: [R-esistiamo] Firmate e Diffondete

Appello promosso dalla Segreteria Provinciale FIMP di Modena( Federazione Italiana Medici Pediatri ) che ha promosso un appello per tentare di fermare la proposta della Lega Nord di abolire le cure primarie ed essenziali agli immigrati,compresi i bambini, sprovvisti di permesso di soggiorno(forse il più turpe dei provvedimenti che il governo sta prendendo).Per firmare, basta cliccare sull'indirizzo:

http://appelli.arcoiris.tv/salute
Vi propongo di firmare e di far girare l'appello a
sottoscrivere

Prima di tutto vennero a prendere gli zingari
e fui contento, perché rubacchiavano.
Poi vennero a prendere gli ebrei
e stetti zitto, perché mi stavano antipatici.
Poi vennero a prendere gli omosessuali,
e fui sollevato, perché mi erano fastidiosi.
Poi vennero a prendere i comunisti,
ed io non dissi niente, perché non ero comunista.
Un giorno vennero a prendere me,
e non c'era rimasto nessuno a protestare.

Bertolt Brecht, Berlino, 1932

venerdì 9 gennaio 2009

-- L'Eurostat dice che in Italia si spende poco per l'istruzione

da
tuttoscuola.com venerdì 9 gennaio 2009

Il 19 dicembre scorso l'Eurostat, l'Istituto statistico della Commissione europea, ha concluso un rapporto di 8 pagine riferito all'anno 2005 sulla spesa dell'Unione Europea e dei singoli Stati membri per l'istruzione, prelevabile a questo indirizzo (in lingua inglese), e i cui dati sono stati diffusi ieri.

Il dato rilevato da Eurostat considera tutti i livelli di spesa pubblica, locali, regionali e nazionali, e comprende non soltanto le istituzioni scolastiche e universitarie ma anche le altre istituzioni che garantiscono il funzionamento del sistema educativo nazionale: ministeri e dipartimenti della pubblica istruzione, servizi, ricerca.

Il rapporto si concentra sulle differenze tra le scelte di spesa dell'Unione Europea e quelle degli Stati Uniti, considerando le due entità come assimilabili: il rapporto nota come la media di spesa pubblica destinata dall’Unione europea all’istruzione sarebbe pari al 5% del Pil, e come i fondi destinati all'istruzione siano alimentati solo per il 12% da fondi privati (famiglie e istituzioni private), contro il 33% delle spese degli Stati Uniti derivanti da fondi privati.

Le due entità si distinguono soprattutto, in senso favorevole agli Stati Uniti, per la spesa educativa per allievo/studente, assumendo come unità di misura lo "Standard del potere d'acquisto" (Spa). Questa nell'Unione Europea ha un valore di 5657 Spa, contro i 10661 Spa degli Stati Uniti.

I giornali italiani preferiscono concentrare la loro attenzione sulle differenze tra la spesa nel nostro paese e in quella degli altri Stati membri dell'Unione Europea.

La rilevazione statistica penalizza l'Italia, che si situa al ventunesimo posto tra i paesi Eurostat e sotto la media di spesa nell'Unione Europea, con una spesa per l'istruzione pari al 4,4% del Pil. Meno dell'Italia spendono infatti soltanto Repubblica ceca (4,2%), Spagna (4,2%), Grecia (4%), Slovacchia (3,8%), Lussemburgo (3,8%, il cui dato però non è comparabile con gli altri) e Romania (3,5%). A ben figurare in questa classifica sono, come di consueto, i paesi nordici, dove la spesa pubblica per l'istruzione è mediamente molto più elevata che nel resto d'Europa: 8,3% del Pil in Danimarca, 7% in Svezia, 6,3% in Finlandia.

Se si prende a riferimento la sola scuola primaria, la posizione dell'Italia nella graduatoria Ue sale di 3 posti: non più ventunesima, ma diciannovesima. La spesa italiana per il primo grado dell'istruzione è pari infatti al 1,09% del Pil, come Ungheria e poco meno della Grecia. Irlanda, Portogallo e Polonia spendono oltre l'1,5%, Svezia, Danimarca, ed anche Cipro, quasi il 2%. Il Lussemburgo oltre il 2%, la Slovenia il 2,7%. Il livello di spesa italiano è al di sotto della media Ue, sia per la spesa totale sia per quella della scuola primaria.

Il nostro paese si posiziona meglio, invece, quando il calcolo riguarda la spesa affrontata per ogni alunno o studente sulla base del già menzionato Spa, ossia, nella graduatoria Ue, perfettamente a metà (in quattordicesima posizione). Molto lontana da paesi vicini ma più virtuosi nel formare i proprio giovani, come Austria e Danimarca che investono 8.000 Spa.

lunedì 5 gennaio 2009

-- ScuolaOggi: Non ci resta che...il T.A.R.

di Pippo Frisone
05-01-2009

Il 30 ottobre , 670mila lavoratori hanno aderito al più grande sciopero di categoria che il personale della scuola ricordi, dimostrando così la loro netta contrarietà ai provvedimenti del governo.
L’11 dicembre veniva stilato un verbale d’intesa sulla scuola tra le OO.SS. e metà governo, garante l’on.Letta.
Il 12 dicembre sciopero generale della CGIL .
Qualche giorno dopo, i primi Regolamenti attuativi del Piano programmatico che applicano al primo ciclo le misure di forti tagli della spesa pubblica, tenacemente voluti dal Ministro Tremonti.
A nulla sono valsi gli scioperi , le manifestazioni di piazza , le petizioni e le mobilitazioni di migliaia di docenti e genitori né le occupazioni di scuole e università.
Il governo ha tirato dritto per la sua strada, infischiandosene anche degli impegni da sé stesso sottoscritti l’11 dicembre.
Unico punto a favore delle OO.SS. è stato il rinvio di un anno dei tagli alla secondaria superiore.
Il resto è sotto gli occhi di tutti.
Con l’approvazione definitiva della manovra correttiva alla finanziaria 2009, restano inalterati i tagli sulla scuola predisposti prima dell’estate con il decreto-legge n.112/08, pari a 7, 8 miliardi di euro !
Temo che dopo quanto accaduto , alla ripresa dell’attività didattica, sconforto e smarrimento rischiano d’impossessarsi di quanti nella scuola vivono e lavorano.
Vedersi buttare a mare “il bambino con l’acqua sporca”, potrebbe risultare traumatico per le 250mila maestre.
Nè basteranno formazione e aggiornamento sulle novità della “riforma”, come ha già preannunciato il Ministro Gelmini, a tirar su il morale delle maestre, chiamate a misurarsi con il maestro unico-tuttologo, scippate delle compresenze, novità che non hanno risparmiato nemmeno il tempo pieno, ridotto sempre più ad una scatola vuota, ad un parcheggio custodito.
Sarà sufficiente, a questo punto, innalzare il vessillo dell’autonomia delle scuole per resistere all’imposizione di un modello pedagogico-didattic o-organizzativo calato dall’alto?
Penso proprio di no.
Fallito per il momento ogni tentativo “tradizionale” , dagli scioperi ai tavoli concertativi, di ottenere risultati apprezzabili e occupando tutti gli spazi che l’autonomia consente, credo sia inevitabile nell’immediato dare la parola alla magistratura.
Considerati i tempi lunghi che l’ipotesi referendaria comporta, non confidando molto su eventuali rilievi che potrebbe frapporre il Consiglio di Stato, non resta che impugnare i provvedimenti attuativi del Governo dinanzi al TAR, chiedendo magari subito una sospensiva.
Gli argomenti non mancano, visto che alcune contraddizioni furono sollevati già in sede di Commissioni parlamentari.
E magari, rinviando alcune questioni per conflitto d’attribuzione dinanzi alla stessa Corte Costituzionale !
Credo che, in attesa di riorganizzare le forze e le idee , sperando in una ripresa dell’unità d’azione sindacale, il ricorso alla magistratura amministrativa sia ,”sic stantibus rebus”, il primo e più urgente passo da fare.
Sindacati, meglio se congiuntamente, associazioni di genitori, enti locali, regioni devono costituirsi e farsi sentire, ora.
Se con questo governo lo sciopero paga poco , se il dialogo concertativo si è rivelato un bluff, proviamo invece a percorrere anche la strada del T.A.R..
Per adesso, credo sia questa l’unica che può darci nell’immediato qualche risultato utile .