martedì 16 marzo 2010

--ASSEMBLEA CITTADINA A ROMA

… E LA SCUOLA VA A ROTOLI!!!

• Supplenze “fai da te” ??
• Impoverimento dell’offerta formativa ??
• Taglio del personale docente e tecnico-amministrativo??
• Finanziamento alla scuole private??
• Contributo volontario??
• Igiene e sicurezza non garantiti??
• Edifici scolastici pericolanti e fatiscenti??

È QUESTO IL FUTURO CHE VOLETE ?

Se questa scuola non vi piace, vi aspettiamo

all’ASSEMBLEA CITTADINA

PRESSO IL TEATRO della
SCUOLA PRINCIPE DI PIEMONTE
(via Ostiense 263c oppure via Leonardo da Vinci 94)

il 16 MARZO alle ore 17.00
per discutere
dello stato delle scuole romane
ed organizzare

la manifestazione cittadina del 10 APRILE

giovedì 18 febbraio 2010

-- Le ragioni dello sciopero del 12 marzo

di Maria Palumbo

Il 12 marzo i settori della conoscenza partecipano allo sciopero generale indetto dalla Cgil. Le ragioni dello sciopero ci coinvolgono direttamente, prima fra tutte una riforma del fisco che restituisca a lavoratori dipendenti e pensionati una quota del reddito che viene costantemente eroso, in modo crescente e iniquo, dalla progressività delle imposte: la FLC si batte per stipulare contratti di lavoro adeguati alla difesa e crescita del potere d'acquisto delle retribuzioni, ma questo impegno rischia di essere poi vanificato da un prelievo fiscale sempre crescente. Accanto a una forte politica contrattuale è perciò necessario ristabilire una tassazione equa e sostenibile.

Ma c'è anche un secondo buon motivo. I settori della conoscenza tutti sono al centro di un attacco violento da parte del Governo, che, attraverso provvedimenti legislativi ora in discussione, taglia l'occupazione, riduce l'offerta formativa e di ricerca, mortifica e marginalizza il ruolo e la funzione delle istituzioni, e, attraverso i tagli al finanziamento, le mette in condizioni di non poter gestire persino l'ordinaria amministrazione. Non è solo in gioco la condizione professionale e retributiva di tutti coloro che operano nei nostri settori, ma la stessa sopravvivenza di un sistema pubblico della conoscenza.

Dalla scuola, all'università, all'Afam, alla ricerca, alla formazione professionale, il nostro Paese rischia di non avere più un settore pubblico dell'istruzione al servizio del Paese e di tutti i cittadini. Per queste ragioni la FLC chiede a tutti i lavoratori dei settori della conoscenza di aderire allo sciopero e di partecipare alle manifestazioni che si terranno in tutte le città.


Regolamenti delle superiori: di "epocale" ci sono solo i tagli
Dopo l'approvazione, in seconda lettura, dei Regolamenti sulla scuola secondaria superiore da parte del Consiglio dei ministri del 4 febbraio, la situazione di confusione, smarrimento e disagio è persino aumentata.

Circolavano, infatti, voci rassicuranti sul superamento almeno delle storture più macroscopiche (Ministro ed Amministrazione si erano più volte pronunciati in tal senso) e molti, fra cui alcune sigle sindacali, avevano creduto in quella che si è ora rivelata una "pia" illusione.

Il piano triennale di tagli, decisi nella Finanziaria dell'estate 2008, infatti, era molto chiaro, ed era noto a tutti che Tremonti non aveva alcuna intenzione di rinunciare alla quota di tagli lì stabiliti per l'anno scolastico 2010/2011.

Mancano ancora, mentre scriviamo, i testi "approvati"; sono stati pubblicati solo i profili dello studente in uscita, i quadri orari e le confluenze. Supponiamo che, in extremis, si stia cercando di limitare qualche danno, fra cui brilla, per iniquità, il fatto che solo nei licei, con il prossimo anno scolastico, i nuovi ordinamenti partiranno dalle classi prime, mentre, i tecnici e professionali saranno travolti dalla riduzione oraria a 32/34 h settimanali anche nelle classi successive, fermo restando, per queste classi, gli attuali ordinamenti.

Abbiamo pubblicato sul sito una pagina di approfondimento nella quale abbiamo raccolto la normativa attualmente disponibile ed i nostri commenti.

Le iscrizioni alla scuola dell'infanzia e del primo ciclo
Con l'emanazione delle Circolari Ministeriali n. 3 e 4 del 15 gennaio sulle iscrizioni ha ufficialmente inizio la complessa procedura per l'avvio dell'anno scolastico 2010/11. La C.M. n. 3 fissa la tempistica per la presentazione delle domande, 27 febbraio per la scuola dell'infanzia e il primo ciclo, 26 marzo per il secondo ciclo, mentre la C.M. n. 4 definisce le modalità per l'iscrizione alla scuola dell'infanzia e al primo ciclo.

La FLC ha predisposto specifiche schede di lettura delle circolari.

La tanto pubblicizzata libertà di scelta delle famiglie dei modelli orari e organizzativi deve fare i conti con le pesanti riduzioni di organico. La difficoltà di conciliare questi due aspetti è evidente anche nel linguaggio ministeriale: opzioni, prevalenti opzioni, "orientamenti in merito alle possibilità di fruizione del tempo scuola".

Giungono notizie di un'alta richiesta di tempo pieno quale reazione delle famiglie a fronte dello scempio della scuola primaria, da sempre considerata fiore all'occhiello del sistema di istruzione del nostro paese, operato dal governo.

La FLC ribadisce che i moduli di iscrizione allegati alla circolare hanno valore solo orientativo, come tracce da contestualizzare.

Il modulo relativo alla Religione cattolica o alle attività alternative non deve essere utilizzato perché gravemente carente rispetto alle opzioni previste dalla normativa vigente.

La FLC è impegnata nella difesa dello studio della seconda lingua comunitaria nella secondaria di I grado. L'offerta della seconda lingua comunitaria deve essere mantenuta e le famiglie devono essere orientate a tale scelta anche in assenza di insegnanti di seconda lingua nella stessa scuola.

La FLC è altresì impegnata nella difesa di scelte di modelli organizzativi delle classi ad indirizzo musicale della scuola secondaria di I grado sorrette da forti motivazioni pedagogiche e mirate ad una offerta formativa di qualità, anche nella prospettiva dell'istituzione dei Licei musicali.

Ora la parola passa alle scuole che, nell'esercizio dell'autonomia, peraltro richiamata nelle stesse circolari, dovranno difendere la qualità della scuola dell'infanzia e del primo ciclo, pur in una situazione in cui sono sempre più evidenti i danni prodotti dall'applicazione dei Regolamenti Gelmini.

Programma annuale. Marcia indietro del Miur
Dopo le proteste dei sindacati, FLC Cgil in testa, e delle scuole contro la circolare di dicembre sul programma annuale, si apre qualche spiraglio. Intanto viene rinviata al 28 febbraio la presentazione del programma e il Miur rivedrà la circolare su alcuni punti fondamentali come le spese per le supplenze e gli stanziamenti per gli appalti per le pulizie. Il 16 febbraio in un nuovo incontro Miur-sindacati saranno presentati nel dettaglio questi cambiamenti.

La situazione finanziaria delle scuole resta intanto critica: i tagli ci sono e pesantissimi. E si riversano non solo sulle scuole, ma di conseguenza anche sulle famiglie e sugli enti locali. La circolare sul programma annuale, impugnata dalla FLC, è lo specchio di questa situazione: pur di mascherare i tagli le scuole avrebbero dovuto fare i bilanci aggirando leggi e regolamenti. La protesta delle scuole è dilagata. Ma anche quella degli enti locali. Il taglio degli appalti per le pulizie, indicato dalla circolare, avrebbe provocato conseguenze paradossali quali la pulizia a giorni alterni, come denuncia un documento congiunto di FLC e Filcams di Modena.

Per funzionare bene e garantire al meglio il diritto allo studio le scuole devono ricevere finanziamenti certi attraverso regole trasparenti e ottenere subito la restituzione delle somme anticipate per pagare le supplenze e gli esami, che sono inequivocabilmente spese a carico dello stato. Ad essere certi sono purtroppo i tagli agli organici: 25 mila docenti e 15.000 ata in meno per il prossimo anno scolastico. A fare le spese della diminuzione di insegnanti sono soprattutto i più deboli, costretti a ricorrere ai tribunali, che a volte danno loro ragione.

È stata questa situazione a suscitare l'ondata di protesta che ha costretto il Miur a convocare i sindacati e cominciare a discutere.

Brunetta e la scuola. Norme confuse e in parte inapplicabili
Le nuove norme sul lavoro pubblico hanno effetto sulla scuola? e come? Sono domande importanti perché l'intervento legislativo a firma di Renato Brunetta riporta indietro di 30 anni l'organizzazione della pubblica amministrazione e la disciplina del lavoro. Un impianto autoritario, gerarchico e punitivo, che, lungi dal rendere più snella ed efficace l'amministrazione, la rende subalterna alla politica aggravandone le pastoie burocratiche.

Trova applicazione immediata anche nella scuola la riduzione del salario accessorio in caso di assenza per malattia e per alcuni aspetti disciplinari.

Non viene toccata la contrattazione integrativa, e i contratti di istituto, finché sono in vigore gli attuali contratti collettivi, quindi almeno fino alla stipula dei prossimi Ccnl.
Non è applicabile nella scuola neppure la complessa procedura di valutazione prevista dalle norme Brunetta. Questo perché le stesse norme la rinviano a un prossimo Dpcm. Ma c'è di più. La stessa norma è contradditoria, in quanto esclude espressamente la costituzione di un organismo di valutazione per la scuola. Dunque tutta la parte che riguarda premi e meriti, almeno per ora non riguarda la scuola, quindi il fondo di istituto va utilizzato per le finalità consuete. C'è da aggiungere che la valutazione del lavoro docente e il sistema di premi e punizione è questione oltremodo delicata e come tale va gestita, per evitare che confligga con la libertà di insegnamento garantita dalla Costituzione. In ogni caso le nuove norme impongono per legge un complessivo peggioramento delle condizioni lavorative e contrattuali sulle quali è prevedibile un fitto contenzioso.

lunedì 8 febbraio 2010

-- Appello per una giornata di sciopero civile

--- Sab 6/2/10, da mardibering@libero.it


I tragici giorni di Rosarno sono ancora nella nostra mente e nella
nostra pancia e fatti di ordinaria xenofobia si verificano
quotidianamente. Come avrete certamente sentito molte comunità di
cittadini/e immigrate affiancate da altrettante associazioni
antirazziste stanno costruendo una giornata di sciopero civile.

Pensiamo che la scuola non possa chiamarsi fuori, soprattutto alla
luce del disastro che si sta abbattendo sulla scuola della
Costituzione che riguarda tutti. immigrati e non, e che ci accomuna
nella difesa del diritto al lavoro, dell'accesso ai saperi e della
difesa della dignità di tutti gli uomini e le donne.

Per questo vi invitiamo a diffondere questo appello nelle vostre reti
e ad aiutare i comitati primo marzo a fare informazione capillare
soprattutto verso le famiglie.
Vi invitiamo altresì a pensare, ciascuno a partire dalla propria
realtà cosa si potrebbe fare per preparare quella giornata e a
comunicarlo a info@retescuole. net in modo che possa essere condiviso
attraverso le pagine dedicate di http://www.forumscu ole.it/primomarz o .

È possibile firmare l'appello fin da ora all'indirizzo
http://www.firmiamo .it/1marzo2010

PS: Le modalita di partecipazione alla giornata saranno molte e
differenziate territorio per territorio e ce le comunicheremo in rete.
Chi potrà/vorrà si asterrà dal lavoro (il SISA da copertura sindacale
alla scuola), tutti e tutte siamo invitati a fare uno sciopero degli
acquisti; si organizzeranno presidi, manifestazioni e incontri, feste
e concerti.
A tutti/e chiediamo fin da ora di portare un nastrino giallo al bavero
come segno visibile della propria adesione.

1 MARZO 2010: SOLO IL RAZZISMO CI È STRANIERO

Come insegnanti, genitori e studenti vogliamo lanciare un appello alla
partecipazione al fianco delle nostre sorelle e dei nostri fratelli
migranti e dei loro figli e figlie alla giornata nazionale del primo
marzo contro il razzismo e le discriminazioni.
La scuola pubblica è il luogo fondante dell´accoglienza, è il luogo di
incontro tra persone, tutte diverse tra loro, e tra culture, è il
luogo dell´apprendimento e dello scambio di esperienze. È il luogo in
cui la crescita serena di ognuno è la condizione della crescita degli
altri. È il luogo fondante del nostro futuro dove si devono costruire
le condizioni per superare le disuguaglianze e gli svantaggi che sono
ostacolo alla libertà di tutte e tutti, che siano nati in Italia o in
altre terre.

Per questo rifiutiamo qualsiasi norma, qualsiasi comportamento,
qualsiasi disegno politico o ideale che divida le persone, a
cominciare dai bambini, sulla base della loro origine etnica e
respingiamo ogni atto discriminante sia stato compiuto e si voglia
compiere contro alunne ed alunni delle nostre scuole, come gli
arbitrari tetti di frequenza e sezioni subdolamente create per soli
immigrati.

Pensiamo invece che la presenza delle alunne e alunni migranti possa
essere un´occasione straordinaria di crescita, soprattutto se alle
nostre scuole saranno date tutte le risorse economiche, di tempo, e di
insegnanti necessarie per costruire, giorno per giorno, una politica
di convivenza, di scambio e di relazione viva tra le persone che
saranno il nostro domani.

L´impoverimento della scuola, al contrario, è la prima forma di
razzismo, perché trasforma le differenze in disuguaglianze e la
disuguaglianza porta alla separazione e alla discriminazione.

Per questo il primo marzo 2010 sarà per noi una giornata di sciopero
civile!
Parteciperemo e faremo da tramite per informare i genitori tutti delle
iniziative che prenderanno forma nei nostri territori
Saremo ovunque visibili e solidali insieme ai nostri concittadini e
concittadine migranti, alle loro figlie e ai loro figli.

* Per i diritti e contro le discriminazioni.
* Per il diritto di cittadinanza a chiunque è nato, studia e
lavora in Italia.
* Contro la circolare Gelmini che introduce e favorisce
discriminazioni a danno dei figli dei migranti, prefigura classi
speciali, chiusura di scuole o trasferimenti massicci di studenti
italiani e non.
* Contro la barbarie culturale in cui si cerca di trascinare
anche la scuola.

sabato 6 febbraio 2010

- Una lettera dall'ANDIS: come il Governo sta strangolando la scuola dello Stato

INVITO A COMMETTERE REATI?

Moltissime Scuole sono ancora alle prese con la predisposizione del Programma Annuale 2010 e con la presente non voglio entrare nel merito dell’indecenza della scarsità di risorse di cui dispongono le Scuole Pubbliche, mi voglio invece soffermare e porre all’attenzione le questioni, a mio avviso anche di natura penale, che attanagliano le Scuole in questa fase AMMINISTRATIVO-CONTABILE.

Dopo l’anno 2000 a seguito dell’introduzione dell’autonomia scolastica le scuole predispongono un programma annuale previsto da un preciso Decreto Ministeriale il n° 44/2001 ed una delle operazioni principali è la determinazione dell’AVANZO DI AMMINISTRAZIONE art. 3 ( le scuole NON POSSONO avere un DISAVANZO DI AMMINISTRAZIONE).
Questo avanzo è dato dal risultato di una operazione semplicissima:
CASSA + RESIDUI ATTIVI – RESIDUI PASSIVI.
L’Avanzo viene poi distinto in Avanzo Vincolato ed Avanzo non vincolato.
Il vincolo all’avanzo viene dato dall’erogatore del finanziamento che ne dispone l’utilizzo. L’erogatore può essere pubblico o privato.
Anche lo Stato impone dei vincoli, per esempio su tutti i finanziamenti che attengono a precisi istituti contrattuali (Fondo d’Istituto, Funzioni, Incarichi, ecc)- In questo caso la Scuola non può fare altro che reindirizzare le risorse dell’avanzo vincolato al loro “progetto iniziale” mentre sulle risorse non vincolate esprime la propria “autonomia” e decide cosa farne.

Le novità di questo anno sono sconvolgenti, con una “nota” di fatto si stravolgono i dettami del Decreto n. 44 attuativo di una Legge dello Stato e praticamente, con un chiaro ECCESSO DI POTERE si impone alle scuole di non determinare l’avanzo di amministrazione così come previsto, ma siccome lo STATO non garantisce per i residui attivi accesi dalle scuole (per alcune parliamo anche di residui che risalgono al 2000) l’operazione che si dovrà fare DI FATTO è quella di AZZERARE l’avanzo di amministrazione sia vincolato che non vincolato.
PRIMA OBIEZIONE e MOTIVO DI IMPUGNATIVA DINANZI AD UN GIUDICE AMMINISTRATIVO, una nota Ministeriale non può modificare le disposizioni di un Decreto attuativo di una Legge dello Stato.

Praticamente se la Cassa è superiore ai RESIDUI PASSIVI ti rimane qualcosa (forse 10 scuole in tutta Italia) altrimenti vai in DISAVANZO DI AMMINISTRAZIONE, ma siccome non ci puoi andare allora sempre con note di provenienza Pubblica e con i consigli di associazioni di categoria(?) ti indicano di PAREGGIARE CON I RESIDUI ATTIVI.
SECONDA OBIEZIONE o i residui attivi sono veri ed esigibili oppure no?

C’è una obiezione che alcuni pongono circa il requisito della esigibilità e riscuotibilità dei residui perché le scuole non hanno il potere di agire contro lo Stato perché ne sono una parte. Allora rovesciamo la medaglia, possiamo dire che le Scuole possono tranquillamente AZZERARE quei residui passivi composti da TASSE che le Scuole devono allo Stato visto che ne sono parte?
Per il principio di reciprocità possiamo dare questo messaggio? Beh, credo proprio che anche in questo caso si vada prefigurando un bel REATO, perché il mancato pagamento di tasse e contributi ha risvolti PENALI o nel caso di rapporti Stato/Scuola/Stato vengono meno i codici?

TERZA OBIEZIONE riguarda il contenuto della nota Ministeriale che a mio avviso OGGI è INEFFICACE e NULLA ed ancora non ho letto da nessuna parte questa cosa. In questa nota si dispone sulla base di un AVANZO DI AMMINISTRAZIONE PRESUNTO e questo è tale solo fino alla data del 31 dicembre dell’anno precedente la predisposizione del Programma Annuale, dal I gennaio l’AVANZO DI AMMINISTRAZIONE diventa DEFINITIVO e quindi quella “benedetta” nota ha concluso i suoi effetti.
Forse per raggiungere l’intento che l’Amministrazione si PREFIGGE c’è bisogno di un altro intervento, specifico, sul tema della VERIDICITA’ dei residui attivi e/o sulla capacità dell’Amministrazione di farne fronte.

Per finire mi risulta, a detta di una serie di ex colleghi (sono un ex DSGA mandato in pensione), che i revisori dei conti ed in vari consessi Ti danno “consigli” del tipo:
“IMPEGNATE LE SOMME DI AVANZO” sull’esercizio finanziario precedente.
Va bene che il FALSO in BILANCIO non è più reato, ma il falso in atto pubblico SI!
Impegnare come si va dicendo i 4/12 di FONDO DI ISTITUO o qualsiasi altra spesa, oggi, come se fosse ancora il 30 dicembre 2009 è una vera e propria indecenza amministrativa, ed il messaggio della Nota Ministeriale sul programma Annuale 2010, in parte condivisibile, perchè in qualche modo tenta di mettere dei paletti e di indirizzare verso una “sana gestione” è FREGATA.

La cosa incredibile che potrà succedere nelle scuole che, giustamente e correttamente hanno fatto confluire nell’AVANZO VINCOLATO le risorse del Fondo di Istituto e degli altri salari accessori accantonati nel 2009 per 4/12, come da disposizioni, per finanziare i salari accessori dell’a.sc. 2009/10, un Dirigente o un revisore qualsiasi, di fatto potrà decurtare di 4/12 i SALARI ACCESSORI messi a disposizione dai Contratti Collettivi di Lavoro per compensare il personale.
E’ appena il caso di ricordare che mentre si predisponeva il programma Annuale 2009 i Revisori dei Conti hanno fatto molta attenzione a che i 4/12 dei salari accessori confluissero nello Z01 (residua disponibilità da programmare) per fare in modo di utilizzarli correttamente per l ’anno scolastico 2009/10, mi e Vi chiedo con quale coraggio e leggerezza oggi si pensa di appropriarsi di quelle risorse.
Anche in questo caso il comportamento dell’Amministrazione, inutile sottolineare che E’ MOLTO SCORRETTO!

Personalmente credo che le azioni possibili siano molte ma la prima in assoluto è un nuovo intervento ministeriale che chiarisca che quella nota OGGI è buona solo in parte o altrimenti l’unica alternativa che rimane per l’immediato è chiedere al TAR del Lazio la sospensiva della Circolare Ministeriale che detta indicazioni sul programma Annuale 2010, poiché in contrasto con PROVVEDIMENTI normativi che hanno un valore superiore.

Antonio Itri

giovedì 28 gennaio 2010

-- 31 gennaio: ASSEMBLEA PUBBLICA NAZIONALE DEI PRECARI

ASSEMBLEA PUBBLICA NAZIONALE DEI PRECARI DELLA

SCUOLA STATALE ITALIANA



DOMENICA, 31 GENNAIO 2010



PALAZZO ARMIERI VIA MARINA 19/C

DALLE ORE 10,00 ALLE ORE 16,00





I precari della scuola non si arrendono!


-In vista dell'approvazione della riforma degli istituti superiori;
-in vista della pubblicazione delle disponibilità dei posti di organico e di diritto;
-per contrastare ancora i tagli già effettuati e quelli che verranno;
-per ristabilire modulo e compresenze nella scuola primaria;
-per tutelare i diritti degli alunni diversamente abili;
-per difendere il diritto allo studio e il diritto al lavoro;
-per dire no alla privatizzazione della scuola pubblica statale;
-per ottenere la parità di trattamento economico, giuridico e sindacale.



L'assemblea è aperta a tutto il mondo della scuola e a tutti coloro che vorranno portare il proprio contributo.


Sarà presente l'assessore regionale all'istruzione Corrado Gabriele




CPS (COORDINAMENTO PRECARI SCUOLA) NAZIONALE, PRECARI COBAS, PRECARI della scuola IN LOTTA



dott.ssa Paola Tirelli

Staff Assessore Corrado Gabriele

Assessorato istruzione, Formazione, Lavoro

Centro Direzionale Isola A/6

80143 Napoli

tel.081.7966315

fax. 081.7966373

www.corradogabriele.it

lunedì 18 gennaio 2010

-- Aumenti ai prof di religione

da www.repubblica.it del 16.01.10

La decisione fa riavvampare la polemica sui privilegi assegnati
dallo Stato in questi ultimi anni a chi insegna il cattolicesimo

Nella busta paga del mese di maggio troveranno circa 220 euro in più
di SALVO INTRAVAIA SCATTI stipendiali per gli insegnanti, ma solo per quelli di religione. Lo ha stabilito il ministero dell'Economia lo scorso 28 dicembre. Mentre i sindacati della scuola sono alle prese con un complicato rinnovo del contratto in favore di tutti i docenti e gli Ata (amministrativi, tecnici e ausiliari) della scuola, alla chetichella quelli di religione nella busta paga del mese di maggio troveranno una gradita sorpresa: il "recupero" degli scatti (del 2,5 per cento per ogni biennio, a partire dal 2003) sulla quota di retribuzione esclusa in questi anni dal computo. Supplenti compresi.

A spiegare la portata del provvedimento, che porterà nelle tasche degli interessati un bel gruzzoletto, è lo Snadir (il sindacato nazionale autonomo degli insegnanti di religione). "Gli aumenti biennali per gli insegnanti di religione, che in precedenza venivano calcolati nella misura del 2,5 per cento del solo stipendio base, dovranno ormai ammontare al 2,5 per cento dello stipendio base comprensivo della Indennità integrativa speciale". Una cosetta di non poco conto visto che l'Indennità integrativa speciale rappresenta circa un quarto dell'intera retribuzione dell'insegnante e che gli anni da recuperare sono tanti, quasi quattro bienni.

Quanto basta, e avanza, per riaccendere la polemica sui privilegi assegnati dallo Stato in questi ultimi anni ai docenti di religione cattolica: accesso alla cattedra su segnalazione dell'ordinario diocesano, assunzione sulla base di un successivo concorso riservato, passaggio ad altra cattedra in caso di perdita del requisito per insegnare la religione (l'attestato dell'ordinario diocesano) e scatti biennali anche per i precari). "Mentre il ministro Tremonti a dicembre ricorda alla Curia che presto saranno liquidati gli scatti biennali di anzianità al personale docente di eligione con incarico annuale o di ruolo, che non ha mai richiesto tale indennità sotto forma di assegno ad personam, permane, purtroppo, il silenzio verso tutto il restante personale precario", dichiara Marcello Pacifico, presidente dell'Anief (l'Associazione nazionale insegnanti ed educatori in formazione).

La questione è di particolare attualità perché una sentenza della Corte di giustizia europea del 2007 ha riconosciuto, secondo il principio di non discriminazione, il diritto agli scatti di anzianità anche a favore dei precari. E da allora sono diverse le associazioni di insegnanti italiane e sindacati che hanno intrapreso la via giudiziaria per farsi riconoscere questo diritto. Ma, ancora, non si sono visti i risultati.

E mentre migliaia di precari di lungo corso sono in attesa di un riconoscimento economico. Folgorato sulla via di Damasco, il ministero dell'Economia, scrive: "A seguito degli approfondimenti effettuati in merito all'oggetto, si comunica che questa Direzione ha programmato, sulla mensilità di maggio 2010, le necessarie implementazioni alle procedure per il calcolo degli aumenti biennali spettanti agli insegnanti di religione anche sulla voce IIS (Indennità integrativa speciale, ndr) a decorrere dal 1 gennaio 2003".

Il diritto agli scatti biennali in favore degli insegnanti di religione è stabilito da una legge del 1980, che poteva anche avere un senso: siccome i docenti di religione erano precari a vita, non era prevista cioè la loro stabilizzazione, era necessario stabilire un meccanismo per aggiornare loro lo stipendio. Ma poi nel 2005 arrivò il concorso e l'immissione in ruolo. E mentre per i precari della scuola non è previsto nessun aumento di stipendio in relazione all'anzianità di servizio, quelli di religione conservano questo trattamento: incremento del 2,5 per cento ogni due anni.

Secondo alcuni calcoli effettuati dai sindacati il caveau potrebbe valere 220 euro in più in busta paga, arretrati esclusi. Niente male per quasi 12 mila insegnanti di religione a tempo determinato attualmente in forza alle scuole italiane. Per il rinnovo del contratto degli insegnanti, invece, i sindacati hanno chiesto un aumento di 200 euro mensili da erogarsi in tre anni, ma il ministro della Pubblica amministrazione è disposto a concederne appena 20. E non solo. Vorrebbe agganciare gli aumenti di stipendio dei docenti al merito.

mercoledì 13 gennaio 2010

-- Interrogazione delle parlamentari del PD Ghizzoni, De Pasquale,Coscia.

da www.tuttoscuola.com

………………….

per quali motivazioni di ordine politico ed economico, in violazione della normativa vigente:

1. si assegnano alle scuole solo risorse di provenienza contrattuale, pochi soldi per le supplenze, per gli esami di stato e per il secondo anno consecutivo, mentre non si riconosce nulla per il funzionamento didattico e amministrativo;
2. si cambiano le procedure e le regole dell’autonomia gestionale delle scuole, dando indicazioni che stravolgono la regolare programmazione e la gestione dei finanziamenti;
3. si ignorano, come se non esistessero, il Regolamento di contabilità e i “Capitoloni”, violando le disposizioni in essi contenute;
4. viene scardinato il concetto di dotazione finanziaria d’Istituto, comprensivo del funzionamento didattico e amministrativo, sostituito da un'indefinita “risorsa finanziaria su cui la scuola può fare affidamento”;
5. si inventa un “tasso medio di assenteismo” a cui legare l’erogazione dei fondi per ulteriori fabbisogni insorti nelle singole situazioni scolastiche, in relazione alla necessità di sostituire il personale assente per garantire il servizio essenziale all’istruzione;
6. si invadono le prerogative della Dirigenza, laddove si prescrive una delibera preventiva del consiglio di istituto per gli accertamenti di “entrate finalizzate” che comportano variazioni al programma annuale;
7. si pregiudica la correttezza contabile, laddove per quanto concerne le entrate non si fa chiarezza tra i finanziamenti vincolati e non, con l’implicito invito a distrarre i fondi del salario accessorio dalla loro finalizzazione;
8. si danno indicazioni confuse e in alcuni casi impraticabili, invitando le scuole a fare fronte agli impegni inderogabili quali le supplenze, ridefinite impropriamente come “deficienze di competenza”, attraverso l’utilizzo dell'avanzo di amministrazione presunto al netto dei residui passivi.;
9. viene sottratta ai Consigli di Istituto la prerogativa di utilizzare l’avanzo di amministrazione una volta che se ne sia verificata l’effettiva disponibilità, realizzando così un modo surrettizio per utilizzare anche i contributi delle famiglie per le supplenze stesse;
10. invitando le scuole ad inserire nell’aggregato “Z” i residui attivi di competenza del MIUR. viene fornita una indicazione oltre che sbagliata sul piano formale anche impraticabile sul piano sostanziale, poiché si tratta di spese obbligatorie già liquidate negli anni passati dalle scuole che hanno anticipato dalla “cassa” i fondi provenienti da altri finanziamenti;
11. si cancella il 25 per cento delle risorse per i contratti di fornitura dei servizi di pulizia, addirittura in forza di un regio decreto del 1923 e prevedendo che, qualora la ditta appaltatrice non accetti tale riduzione, possa risolvere il Contratto. Tale previsione appare ignorare, ancora una volta, che gli organici dei collaboratori scolastici risultano ridotti proprio a fronte degli appalti e, pertanto, ne scaturirà l’impossibilità di mantenere adeguati livelli di pulizia e sorveglianza;
12. nell’insieme delle entrate, viene completamente ignorata la voce relativa alle ore eccedenti per la sostituzione dei colleghi assenti - in forte aumento nella scuola secondaria di I grado dopo il taglio delle ore a disposizione - e per il funzionamento della terza area degli istituti professionali che, come dovrebbe essere noto, è curriculare.

-- E il primo marzo sciopero generale

Riccardo Orioles, 11 gennaio 2010, 16:18

"Vediamo cosa succede se per un giorno noi non lavoriamo". Sono le antiche parole del movimento operaio, quelle che prima o poi vengono in mente ai poveri stanchi di prendere bastonate. Adesso, sono gli immigrati a dirlo. I primi di loro cominciano a organizzarsi (su internet). Diamogli una mano
Sarà il primo marzo il primo sciopero organizzato in internet in Italia. Sarà uno sciopero importante, uno sciopero che non s'era visto prima e che però era nell'aria da diversi anni: lo sciopero dei lavoratori immigrati. "Ventiquattr'ore senza di noi", l'hanno chiamato le promotrici. Di cui bisogna subito dare i nomi, che probabilmente resteranno nella storia: Stefania Ragusa, Daimarely Quintero, Nelly Diop e Cristina Seynabou Sebastiani: secondo le mummie una "italiana" e tre "straniere", in realtà quattro italiane nuove, di cui non conta più tanto la razza e il nome: come in America, per capirci.

"La società vive col lavoro di migliaia di stranieri. L'Italia collasserebbe subito senza di loro. E'venuto il momento di farlo capire a tutti. Vediamo che cosa succede se per un giorno noi non lavoriamo". Non è n'idea originale, d'accordo. E' semplicemente l'idea del vecchio socialismo, del movimento operaio. Allora ha funzionato.

Migliaia e migliaia di iscritti su Facebook ("Primo marzo 2010"), comitati locali dappertutto, un primo coordinamento nazionale. Come i Viola (e prima ancora il Rita Express), ma più preciso e più mirato. Tre anni dal Rita Express, un paio di mesi dai Viola. Le cose vanno in fretta, di questi tempi.

"Certo, non molti lavoratori immigrati hanno internete; ma li contatteremo lo stesso; e molti ufficialmente non lavorano, o sono in nero, o non possono permettersi di alzare la voce; ma penseremo anche a loro. Anche uno sciopero degli acquisti può servire.

Che altro? Aiutiamoli - ma c'è bisogno di dirlo? - con tutte le nostre forze e con tutto il cuore.

venerdì 8 gennaio 2010

-- La scuola incaprettata. E Gelmini che la chiama riforma!

di Vincenzo Pascuzzi

Il termine ”incaprettamento” indica una uccisione in un modo veramente barbaro, atroce e lento. Una specie di suicidio imposto mediante corda e sfinimento fisico.

Invece il termine “riforma” ha un significato positivo, indica miglioramento, innovazione, svecchiamento, eliminazione di errori. Riforma implica (o implicherebbe) conoscenza della situazione di partenza e delle sue criticità, e poi delle scelte razionali, un progetto, risorse da investire per poter magari risparmiare in seguito oppure ottimizzare il rapporto costi/benefici. È un po’ come comprare una macchina nuova . Si può comprare un’auto, magari più compatta, più efficiente, più risparmiosa ma bisogna fare una scelta opportuna e disporre di una somma da investire.

Nella scuola, al contrario, per una sorta di strabismo lessicale, quando adesso si sente parlare di riforma (la c.d. ”riforma Gelmini”), viene da pensare proprio all’incaprettamento della scuola stessa ottenuto principalmente con la drastica e repentina riduzione (i famigerati tagli) sia delle risorse economiche che del personale insegnante e ata. Per di più senza avere né riferimenti, né obiettivi didattici chiari, qualificanti, condivisi e poi misurabili; quali potrebbero essere, ad esempio: ridurre la dispersione dal 22% al 10% (v. Conferenza di Lisbona), migliorare realmente le strutture, le attrezzature, la preparazione degli alunni e quindi le valutazioni annuali e finali. Continuando con l’esempio, è un po’ come pretendere di vendere la vecchia auto (o addirittura portarla dallo sfasciacarrozze) e voler comprare la nuova solo con il ricavato della vendita.

Da sottolineare le due modalità, o astuzie, con cui la c.d. riforma viene messa in atto. La prima riguarda i tempi. Gli aspetti spiacevoli o controversi vengono in un primo tempo decisi e preannunciati e poi, in un momento successivo, messi in atto. In questo modo viene a mancare la possibilità di migliorarli o contrastarli e perfino discuterne.

La seconda modalità riguarda il percorso burocratico. Il Miur affida ai presidi l’attuazione delle cose sgradevoli per la scuola e per i docenti (le patate bollenti). I presidi (quasi serafici ambasciatori che non portano pena) provvedono a trasferirle e a metterle in atto tramite i Collegi docenti facendo votare mozioni obbligate e ciò con una falsa apparenza di autonomia, democrazia e partecipazione.

I presidi – certo non tutti, ma in maggioranza - risultano sottomessi e ossequienti nei confronti del Miur (che detiene le chiavi del loro contratto, cioè essenzialmente delle loro retribuzioni e carriere), mentre manifestano in pieno le loro prerogative, la loro autorità, il loro potere nel Collegio e verso i docenti.

E sì che sono diventati dirigenti, qualcuno si dichiara manager, c’è chi addirittura li indica come imprenditori! Dirigenza dei presidi e autonomia delle scuole sono, nei fatti, solo due grosse favole, due false realtà, un modo con cui il Miur confonde e trasferisce le proprie responsabilità senza rinunciare però a prendere lui le decisioni.

venerdì 1 gennaio 2010

-- Lettera ai sindacati

con preghiera di massima diffusione

Salve,

sono Edmondo Febbrari del Coordinamento Precari Scuola Nazionale, sezione di Ravenna, e scrivo per informarla della petizione che trova quì sotto.

Spero anche lei possa firmarla e aiutarci a diffonderla. Non serve essere iscritti a questi sindacati per firmare.

Un saluto dalla Romagna e

buone feste

edmondo

http://www.petitiononline.com/edmondo/

a: Cisl, Uil, Snals e Gilda
Il CPS Nazionale prende atto che le OO.SS. Cisl, Uil, Snals e Gilda:

- Si sono espresse favorevolmente all'entrata in vigore già dal prossimo anno scolastico della riforma, qualificandola come "un'esigenza ed un dato di necessità".

- Dal 30 Ottobre 2008 non hanno mai indetto uno sciopero contro il licenziamento di 150.000 lavoratori.

- Hanno appoggiato l'approvazione del decreto "salvaprecari"che, oltre da essere inutile, è ritenuto dai precari della scuola un'offesa alla loro dignità.

- Hanno appoggiato il nuovo sistema di reclutamento.

- Hanno sottoscritto il nuovo modello contrattuale che non consente più il recupero dell'inflazione reale.

Per i suddetti motivi i precari del CPS invitano Cisl, Uil, Snals e Gilda a mutare da subito la loro politica sindacale.
In caso contrario si procederà alla restituzione della tessera sindacale.

Coordinamento Precari Scuola Nazionale Sincerely,