giovedì 28 gennaio 2010

-- 31 gennaio: ASSEMBLEA PUBBLICA NAZIONALE DEI PRECARI

ASSEMBLEA PUBBLICA NAZIONALE DEI PRECARI DELLA

SCUOLA STATALE ITALIANA



DOMENICA, 31 GENNAIO 2010



PALAZZO ARMIERI VIA MARINA 19/C

DALLE ORE 10,00 ALLE ORE 16,00





I precari della scuola non si arrendono!


-In vista dell'approvazione della riforma degli istituti superiori;
-in vista della pubblicazione delle disponibilità dei posti di organico e di diritto;
-per contrastare ancora i tagli già effettuati e quelli che verranno;
-per ristabilire modulo e compresenze nella scuola primaria;
-per tutelare i diritti degli alunni diversamente abili;
-per difendere il diritto allo studio e il diritto al lavoro;
-per dire no alla privatizzazione della scuola pubblica statale;
-per ottenere la parità di trattamento economico, giuridico e sindacale.



L'assemblea è aperta a tutto il mondo della scuola e a tutti coloro che vorranno portare il proprio contributo.


Sarà presente l'assessore regionale all'istruzione Corrado Gabriele




CPS (COORDINAMENTO PRECARI SCUOLA) NAZIONALE, PRECARI COBAS, PRECARI della scuola IN LOTTA



dott.ssa Paola Tirelli

Staff Assessore Corrado Gabriele

Assessorato istruzione, Formazione, Lavoro

Centro Direzionale Isola A/6

80143 Napoli

tel.081.7966315

fax. 081.7966373

www.corradogabriele.it

lunedì 18 gennaio 2010

-- Aumenti ai prof di religione

da www.repubblica.it del 16.01.10

La decisione fa riavvampare la polemica sui privilegi assegnati
dallo Stato in questi ultimi anni a chi insegna il cattolicesimo

Nella busta paga del mese di maggio troveranno circa 220 euro in più
di SALVO INTRAVAIA SCATTI stipendiali per gli insegnanti, ma solo per quelli di religione. Lo ha stabilito il ministero dell'Economia lo scorso 28 dicembre. Mentre i sindacati della scuola sono alle prese con un complicato rinnovo del contratto in favore di tutti i docenti e gli Ata (amministrativi, tecnici e ausiliari) della scuola, alla chetichella quelli di religione nella busta paga del mese di maggio troveranno una gradita sorpresa: il "recupero" degli scatti (del 2,5 per cento per ogni biennio, a partire dal 2003) sulla quota di retribuzione esclusa in questi anni dal computo. Supplenti compresi.

A spiegare la portata del provvedimento, che porterà nelle tasche degli interessati un bel gruzzoletto, è lo Snadir (il sindacato nazionale autonomo degli insegnanti di religione). "Gli aumenti biennali per gli insegnanti di religione, che in precedenza venivano calcolati nella misura del 2,5 per cento del solo stipendio base, dovranno ormai ammontare al 2,5 per cento dello stipendio base comprensivo della Indennità integrativa speciale". Una cosetta di non poco conto visto che l'Indennità integrativa speciale rappresenta circa un quarto dell'intera retribuzione dell'insegnante e che gli anni da recuperare sono tanti, quasi quattro bienni.

Quanto basta, e avanza, per riaccendere la polemica sui privilegi assegnati dallo Stato in questi ultimi anni ai docenti di religione cattolica: accesso alla cattedra su segnalazione dell'ordinario diocesano, assunzione sulla base di un successivo concorso riservato, passaggio ad altra cattedra in caso di perdita del requisito per insegnare la religione (l'attestato dell'ordinario diocesano) e scatti biennali anche per i precari). "Mentre il ministro Tremonti a dicembre ricorda alla Curia che presto saranno liquidati gli scatti biennali di anzianità al personale docente di eligione con incarico annuale o di ruolo, che non ha mai richiesto tale indennità sotto forma di assegno ad personam, permane, purtroppo, il silenzio verso tutto il restante personale precario", dichiara Marcello Pacifico, presidente dell'Anief (l'Associazione nazionale insegnanti ed educatori in formazione).

La questione è di particolare attualità perché una sentenza della Corte di giustizia europea del 2007 ha riconosciuto, secondo il principio di non discriminazione, il diritto agli scatti di anzianità anche a favore dei precari. E da allora sono diverse le associazioni di insegnanti italiane e sindacati che hanno intrapreso la via giudiziaria per farsi riconoscere questo diritto. Ma, ancora, non si sono visti i risultati.

E mentre migliaia di precari di lungo corso sono in attesa di un riconoscimento economico. Folgorato sulla via di Damasco, il ministero dell'Economia, scrive: "A seguito degli approfondimenti effettuati in merito all'oggetto, si comunica che questa Direzione ha programmato, sulla mensilità di maggio 2010, le necessarie implementazioni alle procedure per il calcolo degli aumenti biennali spettanti agli insegnanti di religione anche sulla voce IIS (Indennità integrativa speciale, ndr) a decorrere dal 1 gennaio 2003".

Il diritto agli scatti biennali in favore degli insegnanti di religione è stabilito da una legge del 1980, che poteva anche avere un senso: siccome i docenti di religione erano precari a vita, non era prevista cioè la loro stabilizzazione, era necessario stabilire un meccanismo per aggiornare loro lo stipendio. Ma poi nel 2005 arrivò il concorso e l'immissione in ruolo. E mentre per i precari della scuola non è previsto nessun aumento di stipendio in relazione all'anzianità di servizio, quelli di religione conservano questo trattamento: incremento del 2,5 per cento ogni due anni.

Secondo alcuni calcoli effettuati dai sindacati il caveau potrebbe valere 220 euro in più in busta paga, arretrati esclusi. Niente male per quasi 12 mila insegnanti di religione a tempo determinato attualmente in forza alle scuole italiane. Per il rinnovo del contratto degli insegnanti, invece, i sindacati hanno chiesto un aumento di 200 euro mensili da erogarsi in tre anni, ma il ministro della Pubblica amministrazione è disposto a concederne appena 20. E non solo. Vorrebbe agganciare gli aumenti di stipendio dei docenti al merito.

mercoledì 13 gennaio 2010

-- Interrogazione delle parlamentari del PD Ghizzoni, De Pasquale,Coscia.

da www.tuttoscuola.com

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per quali motivazioni di ordine politico ed economico, in violazione della normativa vigente:

1. si assegnano alle scuole solo risorse di provenienza contrattuale, pochi soldi per le supplenze, per gli esami di stato e per il secondo anno consecutivo, mentre non si riconosce nulla per il funzionamento didattico e amministrativo;
2. si cambiano le procedure e le regole dell’autonomia gestionale delle scuole, dando indicazioni che stravolgono la regolare programmazione e la gestione dei finanziamenti;
3. si ignorano, come se non esistessero, il Regolamento di contabilità e i “Capitoloni”, violando le disposizioni in essi contenute;
4. viene scardinato il concetto di dotazione finanziaria d’Istituto, comprensivo del funzionamento didattico e amministrativo, sostituito da un'indefinita “risorsa finanziaria su cui la scuola può fare affidamento”;
5. si inventa un “tasso medio di assenteismo” a cui legare l’erogazione dei fondi per ulteriori fabbisogni insorti nelle singole situazioni scolastiche, in relazione alla necessità di sostituire il personale assente per garantire il servizio essenziale all’istruzione;
6. si invadono le prerogative della Dirigenza, laddove si prescrive una delibera preventiva del consiglio di istituto per gli accertamenti di “entrate finalizzate” che comportano variazioni al programma annuale;
7. si pregiudica la correttezza contabile, laddove per quanto concerne le entrate non si fa chiarezza tra i finanziamenti vincolati e non, con l’implicito invito a distrarre i fondi del salario accessorio dalla loro finalizzazione;
8. si danno indicazioni confuse e in alcuni casi impraticabili, invitando le scuole a fare fronte agli impegni inderogabili quali le supplenze, ridefinite impropriamente come “deficienze di competenza”, attraverso l’utilizzo dell'avanzo di amministrazione presunto al netto dei residui passivi.;
9. viene sottratta ai Consigli di Istituto la prerogativa di utilizzare l’avanzo di amministrazione una volta che se ne sia verificata l’effettiva disponibilità, realizzando così un modo surrettizio per utilizzare anche i contributi delle famiglie per le supplenze stesse;
10. invitando le scuole ad inserire nell’aggregato “Z” i residui attivi di competenza del MIUR. viene fornita una indicazione oltre che sbagliata sul piano formale anche impraticabile sul piano sostanziale, poiché si tratta di spese obbligatorie già liquidate negli anni passati dalle scuole che hanno anticipato dalla “cassa” i fondi provenienti da altri finanziamenti;
11. si cancella il 25 per cento delle risorse per i contratti di fornitura dei servizi di pulizia, addirittura in forza di un regio decreto del 1923 e prevedendo che, qualora la ditta appaltatrice non accetti tale riduzione, possa risolvere il Contratto. Tale previsione appare ignorare, ancora una volta, che gli organici dei collaboratori scolastici risultano ridotti proprio a fronte degli appalti e, pertanto, ne scaturirà l’impossibilità di mantenere adeguati livelli di pulizia e sorveglianza;
12. nell’insieme delle entrate, viene completamente ignorata la voce relativa alle ore eccedenti per la sostituzione dei colleghi assenti - in forte aumento nella scuola secondaria di I grado dopo il taglio delle ore a disposizione - e per il funzionamento della terza area degli istituti professionali che, come dovrebbe essere noto, è curriculare.

-- E il primo marzo sciopero generale

Riccardo Orioles, 11 gennaio 2010, 16:18

"Vediamo cosa succede se per un giorno noi non lavoriamo". Sono le antiche parole del movimento operaio, quelle che prima o poi vengono in mente ai poveri stanchi di prendere bastonate. Adesso, sono gli immigrati a dirlo. I primi di loro cominciano a organizzarsi (su internet). Diamogli una mano
Sarà il primo marzo il primo sciopero organizzato in internet in Italia. Sarà uno sciopero importante, uno sciopero che non s'era visto prima e che però era nell'aria da diversi anni: lo sciopero dei lavoratori immigrati. "Ventiquattr'ore senza di noi", l'hanno chiamato le promotrici. Di cui bisogna subito dare i nomi, che probabilmente resteranno nella storia: Stefania Ragusa, Daimarely Quintero, Nelly Diop e Cristina Seynabou Sebastiani: secondo le mummie una "italiana" e tre "straniere", in realtà quattro italiane nuove, di cui non conta più tanto la razza e il nome: come in America, per capirci.

"La società vive col lavoro di migliaia di stranieri. L'Italia collasserebbe subito senza di loro. E'venuto il momento di farlo capire a tutti. Vediamo che cosa succede se per un giorno noi non lavoriamo". Non è n'idea originale, d'accordo. E' semplicemente l'idea del vecchio socialismo, del movimento operaio. Allora ha funzionato.

Migliaia e migliaia di iscritti su Facebook ("Primo marzo 2010"), comitati locali dappertutto, un primo coordinamento nazionale. Come i Viola (e prima ancora il Rita Express), ma più preciso e più mirato. Tre anni dal Rita Express, un paio di mesi dai Viola. Le cose vanno in fretta, di questi tempi.

"Certo, non molti lavoratori immigrati hanno internete; ma li contatteremo lo stesso; e molti ufficialmente non lavorano, o sono in nero, o non possono permettersi di alzare la voce; ma penseremo anche a loro. Anche uno sciopero degli acquisti può servire.

Che altro? Aiutiamoli - ma c'è bisogno di dirlo? - con tutte le nostre forze e con tutto il cuore.

venerdì 8 gennaio 2010

-- La scuola incaprettata. E Gelmini che la chiama riforma!

di Vincenzo Pascuzzi

Il termine ”incaprettamento” indica una uccisione in un modo veramente barbaro, atroce e lento. Una specie di suicidio imposto mediante corda e sfinimento fisico.

Invece il termine “riforma” ha un significato positivo, indica miglioramento, innovazione, svecchiamento, eliminazione di errori. Riforma implica (o implicherebbe) conoscenza della situazione di partenza e delle sue criticità, e poi delle scelte razionali, un progetto, risorse da investire per poter magari risparmiare in seguito oppure ottimizzare il rapporto costi/benefici. È un po’ come comprare una macchina nuova . Si può comprare un’auto, magari più compatta, più efficiente, più risparmiosa ma bisogna fare una scelta opportuna e disporre di una somma da investire.

Nella scuola, al contrario, per una sorta di strabismo lessicale, quando adesso si sente parlare di riforma (la c.d. ”riforma Gelmini”), viene da pensare proprio all’incaprettamento della scuola stessa ottenuto principalmente con la drastica e repentina riduzione (i famigerati tagli) sia delle risorse economiche che del personale insegnante e ata. Per di più senza avere né riferimenti, né obiettivi didattici chiari, qualificanti, condivisi e poi misurabili; quali potrebbero essere, ad esempio: ridurre la dispersione dal 22% al 10% (v. Conferenza di Lisbona), migliorare realmente le strutture, le attrezzature, la preparazione degli alunni e quindi le valutazioni annuali e finali. Continuando con l’esempio, è un po’ come pretendere di vendere la vecchia auto (o addirittura portarla dallo sfasciacarrozze) e voler comprare la nuova solo con il ricavato della vendita.

Da sottolineare le due modalità, o astuzie, con cui la c.d. riforma viene messa in atto. La prima riguarda i tempi. Gli aspetti spiacevoli o controversi vengono in un primo tempo decisi e preannunciati e poi, in un momento successivo, messi in atto. In questo modo viene a mancare la possibilità di migliorarli o contrastarli e perfino discuterne.

La seconda modalità riguarda il percorso burocratico. Il Miur affida ai presidi l’attuazione delle cose sgradevoli per la scuola e per i docenti (le patate bollenti). I presidi (quasi serafici ambasciatori che non portano pena) provvedono a trasferirle e a metterle in atto tramite i Collegi docenti facendo votare mozioni obbligate e ciò con una falsa apparenza di autonomia, democrazia e partecipazione.

I presidi – certo non tutti, ma in maggioranza - risultano sottomessi e ossequienti nei confronti del Miur (che detiene le chiavi del loro contratto, cioè essenzialmente delle loro retribuzioni e carriere), mentre manifestano in pieno le loro prerogative, la loro autorità, il loro potere nel Collegio e verso i docenti.

E sì che sono diventati dirigenti, qualcuno si dichiara manager, c’è chi addirittura li indica come imprenditori! Dirigenza dei presidi e autonomia delle scuole sono, nei fatti, solo due grosse favole, due false realtà, un modo con cui il Miur confonde e trasferisce le proprie responsabilità senza rinunciare però a prendere lui le decisioni.

venerdì 1 gennaio 2010

-- Lettera ai sindacati

con preghiera di massima diffusione

Salve,

sono Edmondo Febbrari del Coordinamento Precari Scuola Nazionale, sezione di Ravenna, e scrivo per informarla della petizione che trova quì sotto.

Spero anche lei possa firmarla e aiutarci a diffonderla. Non serve essere iscritti a questi sindacati per firmare.

Un saluto dalla Romagna e

buone feste

edmondo

http://www.petitiononline.com/edmondo/

a: Cisl, Uil, Snals e Gilda
Il CPS Nazionale prende atto che le OO.SS. Cisl, Uil, Snals e Gilda:

- Si sono espresse favorevolmente all'entrata in vigore già dal prossimo anno scolastico della riforma, qualificandola come "un'esigenza ed un dato di necessità".

- Dal 30 Ottobre 2008 non hanno mai indetto uno sciopero contro il licenziamento di 150.000 lavoratori.

- Hanno appoggiato l'approvazione del decreto "salvaprecari"che, oltre da essere inutile, è ritenuto dai precari della scuola un'offesa alla loro dignità.

- Hanno appoggiato il nuovo sistema di reclutamento.

- Hanno sottoscritto il nuovo modello contrattuale che non consente più il recupero dell'inflazione reale.

Per i suddetti motivi i precari del CPS invitano Cisl, Uil, Snals e Gilda a mutare da subito la loro politica sindacale.
In caso contrario si procederà alla restituzione della tessera sindacale.

Coordinamento Precari Scuola Nazionale Sincerely,