sabato 26 dicembre 2009

-- Brunetta e gli sms

Di S.Pace - Preside del "Pansini" (la lettera è stata inviata alle associazioni di categoria).

Brunetta, approfittando della distrazione delle festività, ha confermato che entro sei mesi le scuole dovranno comunicare in tempo reale via sms le assenze degli alunni alle famiglie.

I° Problema
Il modo di comunicare con le famiglie èuna scelta che compete alle singole scuole, non al Ministro della Funzione Pubblica. A meno di abolire l’autonomia scolastica - con il 275/99 e la 53/03 compresa - e l’art.117 della Costituzione e quant’altro, non credo che il Governo (cui il Titolo V della Costituzione dà esclusivamente il compito di fissare LEP, standard, linee guida e ordinamenti) possa sostituirsi alle Regioni (organizzazione del servizio) e ai Dirigenti Scolastici (gestione del servizio) per decidere al posto delle scuole come comunicare con le famiglie.
Qualcuno glielo potrebbe dire che anche i Ministri devono rispettare la legge?

2° Problema
Gli sms si pagano e ci vuole tempo per farli, il che significa che per un bel pò della mattinata una unità della segreteria deve stare a fare messaggini.
Ma qualcuno glielo può dire al Ministro che l'efficienza costa? Già il dlgs 150 è una riforma esplicitamente a costo-zero (comma 6, art.3) e già in legge finanziaria sono azzerati i finanziamenti per il funzionamento ordinario. Dove prendiamo soldi e personale per fare gli sms?
E poi c'è un'altro problema.

Qualcuno glielo potrebbe dire al Ministro che bisogna parlare seriamente della scuola e non per slogan o “effetti speciali” con cui stupire il pubblico (pagante)?

mercoledì 23 dicembre 2009

-- Tagli ai bilanci delle scuole: situazione drammatica

da Tecnica della Scuola


di R.P.

Per ora non ci sono conferme ufficiali, ma la circolare sui bilanci delle scuole preannunciata dalla Flc-Cgil potrebbe mettere definitivamente in ginocchio gran parte delle scuole italiane. Si fa strada una ipotesi: non approvare i bilanci del 2010, ma i rischi sono molti.
La notizia, anticipata da Flc-Cgil già qualche giorno addietro, ma che per ora non trova conferma nei siti istituzionali, è di quelle adatte a far perdere il sonno a dirigenti scolastici, Dsga e presidenti di consigli di circolo: con la nota n. 8767 il Ministero dell’Istruzione sta inviando alle scuole indicazioni per la stesura del Programma Annuale 2010 a dir poco traumatiche.
In poche parole, la circolare dovrebbe chiarire (il condizionale è d’obbligo dato che per il momento non ne è circolata neppure una bozza) che per il 2010 le assegnazioni per il funzionamento ordinario saranno completamente azzerate.
Le istituzioni scolastiche dovrebbero invece ricevere un unico stanziamento onnicomprensivo dal quale i dirigenti potranno attingere per tutte le esigenze.
Secondo le prime anticipazioni il finanziamento per il 2010 dovrebbe essere complessivamente pari a quanto ricevuto nel 2009.
Il problema maggiore riguarda le spese per le supplenze che non dipendono quasi per nulla dalla capacità delle scuole di sapersi organizzare ma sono legate a fattori molto spesso imponderabili.
La circolare chiarisce anche che dirigenti e Dsga dovranno prestare molta attenzione alle spese perché il finanziamento verrà integrato solo nel caso in cui si riesca a dimostrare che la nomina di supplenti sia stata assolutamente necessaria dopo aver fatto ricorso a ogni possibile forma di “flessibilità organizzativa”.
Per garantire i livelli minimi dell’attività didattica i dirigenti scolastici dovranno dunque sperare di riuscire a risparmiare qualcosa sulle spese per le supplenze: l’impresa si preannuncia ardua, se non del tutto impossibile, soprattutto nella scuola primaria e in quella dell’infanzia dove molto spesso, per garantire la continuità del servizio nei plessi più piccoli, è necessario nominare supplenti anche per assenze di un solo giorno.
Per protestare contro questa situazione, i movimenti di base stanno lanciando la proposta di non approvare il Programma Annuale 2010. In realtà una soluzione del genere potrebbe persino peggiorare la situazione: nelle scuole in cui non dovesse essere approvato il Programma Annuale il Ministero nominerebbe un “commissario ad acta” che, in caso di carenza di fondi per il pagamento delle supplenze, potrebbe benissimo attingere a ogni altra somma disponibile (contributi delle famiglie, stanziamenti di Regioni ed Enti Locali) non impegnata al 31 dicembre 2009.
Le scuole commissariate potrebbe insomma vedersi private non solo dei fondi necessari per far funzionare la didattica, ma anche degli eventuali risparmi comunque effettuati fino ad ora.

lunedì 7 dicembre 2009

--- Dallo scudo fiscale altri 130 milioni per le scuole non statali

Sab 5/12/09, barbara ha scritto:


Da: barbara
Oggetto: [gelmini_no] Finanziaria 2010: dallo scudo fiscale altri 130 milioni per le scuole non statal
A: gelmini_no@yahoogroups.com
Data: Sabato 5 dicembre 2009, 11:46


In tutto per le scuole non statali la legge finanziaria 2010 ha stanziato 540 milioni. Dallo scudo fiscale anche i 103 milioni "scomparsi" per la gratuità dei libri di testo e 350 milioni diretti al fondo per il finanziamento delle università.

Leggi l'articolo su napoli.forumscuole. it:

http://www.forumscu ole.it/rete- scuole/07attuali ta/finanziaria- 2010/finanziaria -2010-dallo- scudo-fiscale- 130-milioni- per-le-scuole- non-statali

Ciao a tutti/tutte
Barbara

domenica 29 novembre 2009

-- Il direttore generale della Luiss: avremmo voluto che l'Italia fosse diversa e abbiamo fallito

da http://www.repubblica.it/2009/11/sezioni/scuola_e_universita/servizi/celli-lettera/celli-lettera/celli-lettera.html


"Figlio mio, lascia questo Paese"

di PIER LUIGI CELLI

Figlio mio, stai per finire la tua Università; sei stato bravo. Non ho rimproveri da farti. Finisci in tempo e bene: molto più di quello che tua madre e io ci aspettassimo. È per questo che ti parlo con amarezza, pensando a quello che ora ti aspetta. Questo Paese, il tuo Paese, non è più un posto in cui sia possibile stare con orgoglio.

Puoi solo immaginare la sofferenza con cui ti dico queste cose e la preoccupazione per un futuro che finirà con lo spezzare le dolci consuetudini del nostro vivere uniti, come è avvenuto per tutti questi lunghi anni. Ma non posso, onestamente, nascondere quello che ho lungamente meditato. Ti conosco abbastanza per sapere quanto sia forte il tuo senso di giustizia, la voglia di arrivare ai risultati, il sentimento degli amici da tenere insieme, buoni e meno buoni che siano. E, ancora, l'idea che lo studio duro sia la sola strada per renderti credibile e affidabile nel lavoro che incontrerai.
Ecco, guardati attorno. Quello che puoi vedere è che tutto questo ha sempre meno valore in una Società divisa, rissosa, fortemente individualista, pronta a svendere i minimi valori di solidarietà e di onestà, in cambio di un riconoscimento degli interessi personali, di prebende discutibili; di carriere feroci fatte su meriti inesistenti. A meno che non sia un merito l'affiliazione, politica, di clan, familistica: poco fa la differenza.

Questo è un Paese in cui, se ti va bene, comincerai guadagnando un decimo di un portaborse qualunque; un centesimo di una velina o di un tronista; forse poco più di un millesimo di un grande manager che ha all'attivo disavventure e fallimenti che non pagherà mai. E' anche un Paese in cui, per viaggiare, devi augurarti che l'Alitalia non si metta in testa di fare l'azienda seria chiedendo ai suoi dipendenti il rispetto dell'orario, perché allora ti potrebbe capitare di vederti annullare ogni volo per giorni interi, passando il tuo tempo in attesa di una informazione (o di una scusa) che non arriverà. E d'altra parte, come potrebbe essere diversamente, se questo è l'unico Paese in cui una compagnia aerea di Stato, tecnicamente fallita per non aver saputo stare sul mercato, è stata privatizzata regalandole il Monopolio, e così costringendo i suoi vertici alla paralisi di fronte a dipendenti che non crederanno mai più di essere a rischio.

Credimi, se ti guardi intorno e se giri un po', non troverai molte ragioni per rincuorarti. Incapperai nei destini gloriosi di chi, avendo fatto magari il taxista, si vede premiato - per ragioni intuibili - con un Consiglio di Amministrazione, o non sapendo nulla di elettricità, gas ed energie varie, accede imperterrito al vertice di una Multiutility. Non varrà nulla avere la fedina immacolata, se ci sono ragioni sufficienti che lavorano su altri terreni, in grado di spingerti a incarichi delicati, magari critici per i destini industriali del Paese. Questo è un Paese in cui nessuno sembra destinato a pagare per gli errori fatti; figurarsi se si vorrà tirare indietro pensando che non gli tocchi un posto superiore, una volta officiato, per raccomandazione, a qualsiasi incarico. Potrei continuare all'infinito, annoiandoti e deprimendomi.

Per questo, col cuore che soffre più che mai, il mio consiglio è che tu, finiti i tuoi studi, prenda la strada dell'estero. Scegli di andare dove ha ancora un valore la lealtà, il rispetto, il riconoscimento del merito e dei risultati. Probabilmente non sarà tutto oro, questo no. Capiterà anche che, spesso, ti prenderà la nostalgia del tuo Paese e, mi auguro, anche dei tuoi vecchi. E tu cercherai di venirci a patti, per fare quello per cui ti sei preparato per anni.

Dammi retta, questo è un Paese che non ti merita. Avremmo voluto che fosse diverso e abbiamo fallito. Anche noi. Tu hai diritto di vivere diversamente, senza chiederti, ad esempio, se quello che dici o scrivi può disturbare qualcuno di questi mediocri che contano, col rischio di essere messo nel mirino, magari subdolamente, e trovarti emarginato senza capire perché.

Adesso che ti ho detto quanto avrei voluto evitare con tutte le mie forze, io lo so, lo prevedo, quello che vorresti rispondermi. Ti conosco e ti voglio bene anche per questo. Mi dirai che è tutto vero, che le cose stanno proprio così, che anche a te fanno schifo, ma che tu, proprio per questo, non gliela darai vinta. Tutto qui. E non so, credimi, se preoccuparmi di più per questa tua ostinazione, o rallegrarmi per aver trovato il modo di non deludermi, assecondando le mie amarezze.

Preparati comunque a soffrire.

Con affetto,
tuo padre

L'autore è stato direttore generale della Rai. Attualmente è direttore generale della Libera Università internazionale degli studi sociali, Luiss Guido Carli.

(30 novembre 2009)

sabato 28 novembre 2009

-- Scuola, la protesta prosegue via e-mail

Genitori e insegnanti bolognesi preparano un censimento delle situazioni più critiche in seguito ai tagli del ministero

di Ilaria Venturi

Lettere dalle scuole firmate da mamme e papà. Non a una professoressa, ma ai presidi e ai vertici degli uffici scolastici. Al ministro. Per denunciare tutto quello che ancora non funziona tra i banchi delle elementari. E proteste dei docenti alle superiori contro la riforma Gelmini. L´ultima, di ieri, dei docenti delle Laura Bassi: «Solo tagli». Immediata la replica del direttore dell´ufficio provinciale Vincenzo Aiello che allarga le braccia: «Capisco le proteste dei genitori, vuol dire che le famiglie sono attaccate alla scuola e questo è positivo, ma io non posso fare più di questo. L´erba voglio non cresce nemmeno nel giardino del re, le risorse non sono infinite, dobbiamo fare con quello che abbiamo».

Non basterà al popolo della scuola che, dopo essere sceso in piazza a inizio d´anno, nelle ultime settimane è passato alla resistenza via mail. Con tante piccole denunce, assemblee e raccolte di firme guidate dai rappresentanti di classe. Missive del disagio, sui problemi di ogni giorno. Non solo. Domani, alle 17, alle Guido Reni l´assemblea delle scuole, il movimento di genitori e insegnanti, si riunirà per scaldare i motori della mobilitazione sulle nuove iscrizioni. «Cerchiamo di costruire una anagrafe delle situazioni che non vanno nelle scuole perché ovunque ci vengono segnalate situazioni disastrose», dice il maestro Mirco Pieralisi.

Il direttore Aiello getta acqua sul fuoco e sull´emergenza fondi che mancano annuncia: «Il ministero ha cominciato a pagare, ad alcune scuole sono arrivati più soldi di quelli attesi, basta attendere, ci vuole pazienza». Sul capitolo supplenti Aiello ammette «ritardi nella pubblicazione delle graduatorie». «Ma le scuole devono chiamarli, i soldi ci sono». E poi, «abbiamo risolto il problema dell´inglese e delle ore alternative alla religione, ora stiamo facendo un monitoraggio sugli insegnanti di sostegno». Una ferita aperta: secondo sindacati e associazioni mancano ancora 48 docenti per gli studenti disabili.

(26 novembre 2009)

sabato 14 novembre 2009

-- Il 17 novembre al liceo "Pansini"

In occasione della giornata di mobilitazione degli studenti, i ragazzi del Pansini hanno concordato un'assemblea di istituto che prevede 11 laboratori svolti in collaborazione con i docenti:

Il 17 novembre è la giornata internazionale della mobilitazione studentesca e rientra tra quelle date, per uno studente, di fondamentale importanza. Indetta nel 2006 dal World Social Forum e scelta per il grande significato che ha avuto nella storia della mobilitazione studentesca, infatti:
- il 17 novembre 1939 centinaia di studenti cecoslovacchi che si opponevano alla guerra furono arrestati e uccisi dai nazisti.
- il 17 novembre 1973 studenti greci furono massacrati dai carri armati del regime ad Atene.
Questa giornata è stata inizialmente lanciata in Italia dall’ UDS che, ormai da alcuni anni, per questo giorno indice manifestazioni nelle principali città italiane. Tuttavia spesso tali incontri assumono un valore puramente estetico, tralasciando quelli che sono i temi inisiti in questa data, diciamo questo senza voler mettere in dubbio il lavoro dell’ UDS, quanto l’ attività stessa della mobilitazione in strada, eccessivamente dispersiva in queste occasioni se il fine ultimo, che si vuole raggiungere, è un adeguata informazione e soprattutto un vero coinvolgimento in quello che è lo spirito di questo giorno. Ed è proprio partendo da tale fine che il Pansini propone per il giorno 17 una cogestione dell’ istituto, per un sorta di giornata dello studente. Saranno organizzati laboratori tematici, si parlerà: di arte, di politica e di musica. Tali laboratori saranno tenuti in parte dagli stessi studenti, in parte da professori e riempiranno l’ intera giornata scolastica.
Di seguito il programma dettagliato della giornata:
I LABORATORI
1)Sara Troise – Margherita Foresti: arte specchio di una società in declino.
2)Andrea Salvorossi - Lorenzo Masnata: Storia di un impiegato di Fabrizio de Andrè
3)Cristiano Ferraro - Antonio della Croce: Ezra Pound e i movimenti a esso affini.
4)Alessandro Oliveri del Castillo – Claudia D’ Angelo: Incontro scontro tra etica e politica
5)Camilla larghi: Laboratorio di arti visive
6)Aureliana natale: Lettura in chiave moderna di William Shakespeare
7)Robin Daniele Grasso: Diversamente manifestanti (la notte bianca del Pansini)
8)Roberta Polverino - Giulia Trombetti: Interventi civili di pace
9) Pacchetto sicurezza (Prof. Lombardo)
10)La riforma della scuola (Prof. Palombo)
11) La globalizzazione (Prof. Giannotta)

Gli incontri si terranno tra le ore 8:30 e le ore 12:30 presso la succursale e saranno divisi in due sessioni, così da permettere a ogni ragazzo di prender parte a più di un incontro. Gli orari definitivi dei singoli laboratori saranno diffusi nei prossimi giorni.

-- Firma l'appello di Saviano

Ricevuto per far girare!

Firma l'appello di Roberto Saviano per il ritiro della legge ammazza giustizia per l'impunità di Berlusconi e di tutti i potenti:

http://temi.repubblica.it/repubblica-appello/?action=vediappello&idappello=391117

Giuseppe Aragno

giovedì 12 novembre 2009

-- C'è da leggere

C'è roba interessante su

http://WWW.GRUPPOABELE.ORG/IMAGES/FILE/SCUOLA.PDF
http://www.retescuole.net/contenuto?id=20091112092420
http://www.retescuole.net/contenuto?id=20091111211543

lunedì 9 novembre 2009

-- Merito! Merito! Alalà!

di Vincenzo Pascuzzi

Negli ambienti scolastici ricorre, da un po’ di tempo, il termine “merito”. Insistente, frequente, sottolineato. Sembra quasi sentire l’eco del grido …. Merito! Merito! Alalà! quale attuale parafrasi del dannunziano, e poi fascista, Eja, Eja, Alalà.

Come il termine “comunista” (ma questo è solo un esempio per capire un espediente dialettico) risuona quale sicura, rapida e sbrigativa scorciatoia per (tentare di) addossare il torto ad altri, anche la parolina “merito” risuona quale sicura e rapida scorciatoia per (tentare di) avere per sé il consenso, per appropriarsi della ragione, per giustificare qualsiasi proprio annuncio, provvedimento, iniziativa, cantonata, rinvio, omissione e anche per affermare implicitamente di possederlo, il merito, e di saperlo quindi valutare negli altri.

Altri termini, usati analogamente a merito, sono: responsabilità, rigore, razionalizzazione, competenza. Le espressioni tipiche usate sono: «la scuola del merito e della responsabilità», «riportiamo a scuola il merito e il rigore», «il partito del merito», «la scuola della competenza, del merito e della responsabilità», «si torna alla scuola della serietà, del merito e dell'educazione», «docenti, carriera per merito».

Ma quale è, o potrebbe essere, la ragione che richiede il ricorso all’uso del termine “merito” e ai vantaggi dialettici connessi?

All’origine di tutto c’è un problema reale e rilevante: gli insufficienti apprendimenti scolastici dei nostri studenti uniti spesso a comportamenti indisciplinati. I nostri governanti, che sono in imbarazzo e in difficoltà di fronte alle classifiche internazionali, vorrebbero migliorare la posizione della scuola italiana. Per farlo, occorrerebbero: serie analisi della situazione, individuazione delle cause, opportune scelte strategiche, programmi ripartiti nel tempo, finanziamenti adeguati. Insomma una riforma vera, valida e graduale della scuola, magari e meglio se condivisa fra destre e sinistre. Chiaramente ciò non è facile non solo da attuare ma forse anche da pensare e progettare.

Allora si ripiega verso una cura di prevalente o sola immagine, di facciata, cosmetica. Ci si accontenta di imbellettare le apparenze invece di intervenire e incidere sulla sostanza. Per meglio spacciare questa pseudo-soluzione per soluzione vera, si modifica l’approccio al problema, se non il problema stesso. Si comincia col semplificare e mistificare le cause, ciò che è all’origine della situazione, e i responsabili. Ecco allora: i “guasti” del ’68 (40 anni fa!), il buonismo, il lassismo, la sinistra, la mancanza di rigore, di merito; i ragazzi che non studiano e i prof che non li bocciano abbastanza (così, per loro capriccio?!). Modificato il problema, spacciare la soluzione è poi semplice: indietro tutta, ingraniamo una robusta retromarcia, riportiamo i buoi nella stalla, mettiamo votacci, bocciamo di più.

Così si rinuncia a cercare le cause vere, si fa una diagnosi che giustifichi la terapia disponibile (per qualcuno peraltro congeniale). I docenti non vengono coinvolti, nemmeno informati, ricevono solo ordini, idem per studenti e famiglie. Si prescinde dai cambiamenti intervenuti in oltre 40 anni, dall’aumento del numero degli studenti (alle medie superiori si è passati da 400.000 unità a 2.500.000, sei volte di più!), dai programmi scolastici datati, non si impostano interventi graduali e pluriennali, non si individuano indicatori di successo/insuccesso, si ignorano problemi quali la massiccia dispersione scolastica (pari al 20%), la burocrazia ipertrofica e asfissiante (carte e carte, circolari, relazioni, …), la sicurezza e l’idoneità degli edifici scolastici, l’aggiornamento dei docenti. Il tutto poi viene abbondantemente condito e insaporito con gli ingredienti imposti dal MEF che obbligano a tagli, tagli e tagli!

Il merito (sempre lui) ricorre anche per quanto riguarda la situazione dei docenti e, in particolare, le loro retribuzioni.

Che gli insegnanti siano malissimo retribuiti, lo sanno anche i sassi e questa è anche una causa, indiretta e minore (ma non tanto), dei mali della scuola. Se possono, i laureati migliori non fanno gli insegnanti. Essendo sotto-pagati, alcuni (chiamiamoli pure fannulloni, comunque non sono certamente la maggioranza) si impegnano al minimo, non sono incentivati ad aggiornarsi, a volte sono costretti a un secondo lavoro.

La situazione retributiva è talmente grave e paradossale che Piero Citati, nel luglio 2007, proponeva: “raddoppiamo gli stipendi ai professori” in quanto ”gli insegnanti sono diventati una specie di sottoproletariato”. La provocazione riguardava la fattibilità economica non la giustezza dell’obbiettivo.

Ci sono poi i precari cioè i supplenti, dei quali la scuola non può fare a meno ma mantiene (nel numero spaventoso di 100-200.000!!) sospesi in una situazione infame e immorale, sempre per motivi economici e di risparmio.

Queste situazioni vengono tenute in caldo (in stand-by!) dal governo ipotizzando, per la prima, vaghe, bizzarre e bizantine selezioni in base al “merito” per poi ripartire - forse, solo ad alcuni e in futuro - una frazione dei risparmi ottenuti con la riduzione del personale (una sorta di cannibalismo) e, per la seconda, graduatorie in più provincie e strani accordi estorti a Regioni e sindacati per riciclare sotto altro nome l’indennità di disoccupazione.

Così siamo arrivati alla critica situazione attuale abbondantemente descritta e denunciata più su internet – siti, blog, forum, liste - che sui media. Vedremo cosa succederà ancora. Intanto si continua a ripetere, e con enfasi, il solito slogan: Merito! Merito! Alalà!

venerdì 30 ottobre 2009

-- Se la Scuola funziona a " regime"

Data: Venerdì 30 ottobre 2009, 09:43


Ecco i premi e le punizioni di Brunetta
creato da Carlo Avossa Ultima modifica 28/10/2009 06:27

Il Governo si prende la delega per riformare la publica amministrazione in senso aziendalista. Il risultato sarà pessimo per la qualità della scuola

Il 9 ottobre 2009 il Consiglio dei Ministri ha approvato il Decreto Legislativo di attuazione della legge Brunetta di riforma della pubblica amministrazione.
Il Decreto contiene la Delega al Governo (cioè a Brunetta) per attuare una serie di provvedimenti.
Essi sono numerosi e riguardano l´intero assetto del lavoro pubblico.
Non si vuole qui trattare l´intera materia: sono e saranno i sindacati a dare un giudizio complessivo sul quadro che i provvedimenti disegnano. Basterà qui accennare al fatto che i sindacati che potremmo definire filogovernativi (Cisl, Uil, Snals) sono, in tutto o in parte, d´accordo con i provvedimenti Brunetta; la Cgil ed il cosiddetto "sindacalismo di base" sono in netto disaccordo.
Quello che occorre qui sottolineare è il quadro "premiale" e punitivo che il Governo traccia.
Eccolo.

LA VALUTAZIONE DELLE STRUTTURE E DEI DIPENDENTI

Per assicurare elevati standard qualitativi (fine in sé nobile) verrà costituito un organismo centrale per la valutazione.
La prima cosa che si nota è che la nuova struttura avrà finanziamenti alti e prebende favolose. Nella situazione in cui le scuole soffocano per la mancanza di fondi la cosa è perlomeno immorale e sicuramente inefficace: non si possono fare le nozze con i fichi secchi e pagare in modo sfrontato i valutatori mentre le scuole non sanno come pagare le fotocopie è un controsenso.
Non un centesimo è stato stanziato per promuovere la formazione del personale, che sarebbe in realtà l´unico vero modo per elevare la qualità del servizio. Un servizio che fa formazione non può vivere senza formazione: ma questo, per Brunetta, è evidentemente secondario.


PRINCÌPI E CRITERI FINALIZZATI A FAVORIRE IL MERITO E LA PREMIALITÀ

Brunetta si è assicurato la delega a disporre della meritocrazia, valore su cui concordano, purtroppo, tutte le rappresentanze parlamentari ma che non risolvono e non risolveranno i problemi della scuola, anzi li aggraveranno, come è stato già argomentato in un altro documento (Vedi MERITO, MERITOCRAZIA, MOTIVAZIONE). Forse perché suffragato da un´opposizione parlamentare che è sostanzialmente d´accordo con esso, il progetto meritocratico procede speditamente: la selezione mediante un meccanismo di concorsi riconoscerà un salario migliore ai "più meritevoli" ed un salario inferiore ai meno.
Questo toglierà ai sindacati (riconosciuti dalla Costituzione) la possibilità di trattare con il Governo l´ordinamento del personale e il riconoscimento della carriera. E questo è un problema democratico: ci troviamo di fronte ad un datore di lavoro (il Governo) che rifiuta di contrattare con i rappresentanti dei lavoratori argomenti fondamentali. Il Governo, essendo Governo, può stabilire per legge quali regole porre. Dire che questa è democrazia è dire una sciocchezza.
Ma non si vuole qui sottolineare questo elemento, per quanto importante. Si vuole far notare che la selezione farà emergere una èlite (per legge, non potrà essere superiore al 25% del personale) che si staccherà dal resto del corpo docente, rompendo il principio di collegialità che è quello che qualifica e fa funzionare la scuola.
Un 50% del personale rimarrà nella "zona grigia", nel limbo del docente "ordinario", comune; un rimanente 25% sarà precipitato nell´inferno dei "cattivi", che avrà un salario ridotto rispetto agli altri.
Possiamo immaginare lotte al coltello per raggranellare le briciole di salari comunque bassi e non adeguati al livello europeo. Ma bisogna rendersi conto che questa situazione di competitività interna non ha mai fatto e non farà mai la qualità di un servizio. Andate a chiederlo all´Alitalia o agli Istituti bancari statunitensi. La lotta interna è stata ed è feroce, ma questo non ha impedito crisi, fallimenti, tracollo dei servizi.
Brunetta ripropone l´illusione liberista, sconfitta dalla storia e dall´economia, per cui una maggiore competizione garantisce il mondo migliore possibile. Non è vero e lo sanno tutti.
Brunetta finge soltanto di non saperlo.


PRINCÌPI E CRITERI IN MATERIA DI SANZIONI DISCIPLINARI

La delega che Brunetta ha avuto (o meglio: si è preso) inserirà nel contratto nazionale, sempre con lo stesso meccanismo di rifiuto del confronto, nuove regole per licenziare e punire i dipendenti "fannulloni".
Anche in questo caso è sconfortante osservare quanto la virulenza punitiva di Brunetta trovi un contrafforte nell´uguale ubbia sanzionatoria dell´opposizione parlamentare, che ha "tirato la volata" al nostro Dracone domestico.

Tutto è demandato al Governo, nulla sarà contrattato con le parti sociali. Sarebbe facile chiamare tutto questo con il nome di dittatura del Governo.
I meccanismi punitivi escogitati dal Punitore escludono anche talora la possibilità che l´interessato possa tutelare i propri interessi (licenziamento del personale ritenuto inidoneo per motivi psicofisici); sono soppressi i collegi arbitrali di conciliazione, si riducono le possibilità di impugnare un provvedimento punitivo.
Sono ampliati i poteri dei Dirigenti Scolastici o a volte essi sono obbligati a intraprendere azioni punitive, anche in assenza di comportamenti del dipendente che abbiano rilievi penali.
A parte la sfacciata negazione dei meccanismi di garanzia, è evidente il modello di scuola che viene disegnato.

Il meccanismo di premi, ma di più quello delle punizioni, configura una scuola-azienda, una scuola-regime, o forse ambedue le cose.
Una scuola in cui la mannaia è pronta per chi dissente (è trasparente il caso di "condotta aggressiva o molesta" che causa licenziamento senza preavviso), che formerà una corte di yes men o yes women attorno al Dirigente-padrone, che creerà un clima di intimidazione e di delazione: chi non "collabora" con il Dirigente che istruisce un provvedimento punitivo verrà punito a sua volta.
Come si può pensare una comunità scientifica in questi termini? Come una comunità che educa?

Il processo per costruire le scuole a misura di Dirigente (e quindi di Governo) si sta perfezionando. La scuola non è più una comunità che apprende e che elabora, è una corte, una struttura piramidale, governata dai meccanismi dell´accaparramento, della delazione, delle coltellate alla schiena.
Brunetta sentirà forse profumo di azienda, in tutto questo, anche in mondo in cui le ideologie liberiste ed aziendaliste stanno conoscendo una sconfitta storica ed ideale senza precedenti.

Il popolo che ama la scuola della Costituzione sentirà solo puzza di regime.

giovedì 29 ottobre 2009

-- Il nazismo cominciò con molto meno

da www.tuttoscuola.com

Polemica in Veneto per l'assistenza ai disabili

E' polemica per una proposta di legge regionale che verrà discussa nei prossimi giorni nel consiglio regionale del Veneto per l'assistenza ai disabili (di ogni età), riservata a chi è nato nel territorio regionale o vi risiede da almeno cinque anni.

La polemica è motivata dal fatto che in commissione regionale sanità il testo è passato all'unanimità, ma in vista della discussione in aula il Pd ha preso le distanze non condividendo la proposta.

Se il contrasto è di natura politica con distinguo e sconfessioni all'interno dell'opposizione, c'è chi, anche all'interno della maggioranza, esprime alcuni dubbi sulla opportunità della norma.

Se la legge verrà approvata nei termini previsti di esclusione nei confronti di chi non risiede nel Veneto da almeno cinque anni, è certo che la polemica avrà un seguito con qualche strascico nazionale anche all'interno del mondo scolastico.

C'è da ricordare, in proposito, che la legge quadro sull'handicap (legge 104/1992) prevede che tutte le disposizioni in essa contenute (assistenza, diagnosi, integrazione, ecc.) si applicano "anche agli stranieri e agli apolidi, residenti, domiciliati o aventi stabile dimora nel territorio nazionale..."

Se vale per gli stranieri....

mercoledì 21 ottobre 2009

- La scuola appaltATA

- di Marina Boscaino

Quel vero e proprio esercito di precari che il governo Berlusconi ha ideato, preventivato e poi implacabilmente creato nella scuola italiana non comprende solo docenti di tutti gli ordini e gradi. L'operazione di mistificazione, manipolazione e contaminazione di coscienze e concetti che ha portato - tra le varie conseguenze - alla cessazione di qualsiasi speranza di impiego per 130.000 persone, gente in carne ed ossa e non numeri astratti che sfiorano la nostra percezione spesso senza suscitare emozione, empatia, solidarietà, ha coinvolto anche il personale Ata. Che, nella tassonomia dei precari, "sfigati" d'elezione del XXI secolo, occupa il livello più basso. Soprattutto quando si tratta del personale ausiliario: come si dice, con un termine, spesso venato di sottile disprezzo, "i bidelli".

Il minimo comune denominatore dei tagli sono una serie di parole che vengono da lontano, che affondano la propria esistenza in bisogno d'ordine, efficientismo, razionalizzazione e si intrecciano con un'altra parola, buona per tutte le stagioni: merito. Il mix di queste etichette è stato rassicurante per una parte dell'opinione pubblica. Che non ha ritenuto importante notare che sotto questo paradigma si coniugavano una serie di attacchi a diritti fondamentali, primo tra tutti quello ad una scuola laica, pubblica, pluralista, di tutti e per tutti. L'uso improprio che ne fanno coloro che ci governano serve, infatti, solo a venare di presunta eticità un'operazione iniqua e colpevole, tesa ad impoverire il diritto al lavoro e il diritto allo studio dei ragazzi. Quelle parole sono sfrondate definitivamente della loro potenzialità positiva; si usano solo per accompagnare, venandolo di nobiltà, il più grande licenziamento di tutti i tempi.

mercoledì 14 ottobre 2009

-- Modificata la materia delle sanzioni disciplinari per i docenti

da www.tuttoscuola.com

Il decreto legislativo di riforma della Pubblica Amministrazione, varato definitivamente dal Consiglio dei ministri nell'ultima seduta, è ricco di novità di ampia portata per i dipendenti pubblici, compresi quelli della scuola.

Gli articoli da 502 al 507 del Testo unico delle norme in materia di istruzione sono abrogati. Sono gli articoli che riguardavano le sanzioni disciplinari per i docenti, quali l'avvertimento scritto, la censura, la sospensione dal servizio e la destituzione.

La riforma della materia attesa da anni e legata alla riforma degli organi collegiali della scuola è quindi arrivata attraverso questo decreto legislativo, cosiddetto Brunetta, che regolamenta in modo diverso, anche per gli altri dipendenti pubblici, la materia del disciplinare.

Gli articoli 67, 68 e 69 del decreto legislativo regolano, infatti, in modo diverso i contenuti della materia, individuando nuove competenze e attribuzioni dei dirigenti preposti.

Prima del decreto legislativo in oggetto, i dirigenti scolastici potevano irrogare al personale docente soltanto l'avvertimento scritto. Ora, invece, a quanto si può dedurre dal testo e in attesa dei necessari chiarimenti da parte del Miur, il campo di intervento in materia di sanzioni disciplinari si amplia notevolmente.

venerdì 9 ottobre 2009

-- Il dolore d'una pugnalata

Giuseppe Aragno - 06-10-2009


Non so se sia vero, ma si dice che il dolore d'una pugnalata non si senta subito acuto com'è destinato a diventare dopo che la ferita è inferta. Certo è che il colpo vibrato alla schiena della scuola dall'avvocato Gelmini sul momento non è apparso devastante al personale della scuola, quanto invece intuirono che fosse gli studenti. Un anno fa, di questi tempi - me ne ricordo bene - l'onda montante della protesta studentesca si muoveva nelle vie e nelle piazze come un corpo vivo, multicolore, forte della giovinezza e, per ciò stesso, tanto sicuro di sé quanto evidentemente solo e, paradossalmente orgoglioso d'una solitudine destinata a produrre debolezza. Un anno fa, di questi tempi, nelle scuole già ferite a morte, gli studenti erano in armi e i docenti assenti dal campo.
"Noi la crisi non la paghiamo" era lo slogan che si sentiva correre di piazza in piazza, che incendiava le università e accendeva di speranza le scuole medie superiori. Nella passione dell'autogestione gli studenti produssero analisi pregevoli, denunciarono i guasti della privatizzazione, scoprirono le mille trappole apparecchiate da un governo culturalmente indigente, politicamente reazionario, povero nel personale politico, fermo nelle pastoie della penosa vicenda giudiziaria del suo leader. Non era solo questione di moduli e maestro unico e nemmeno, come ancora in parte riteniamo, di una devastante operazione di cassa, che svuotava di risorse il pubblico per tamponare le falle aperte nel bilancio dello Stato dai costi e dalla corruttela della politica, dalle spese di guerra e dagli effetti d'una crisi del capitale di dimensioni epocali. Emergeva in tutta la sua gravità la condizione di regressione e di imbarbarimento di un Paese pronto a consegnarsi con singolare faciloneria alla xenofobia separatista e leghista, all'avventurismo del "Partito Mediaset" e al neofascismo modernizzato da Fini e Tatarella. Riemergevano la violenza poltica dell'estrema destra, che giunse a schierarsi in armi a Piazza Navona, le tare d'un capitalismo nato malato, intisichito da un borghesia senza rivoluzione, intossicato dagli oscuri rapporti con la malavita organizzata, eternamente invischiato nelle pericolse relazioni massoniche tra banca, industria politica e finanza, perennemente afflitto da un'avidità di profitto pari solo alla pervicace tendenza all'evasione fiscale. Gli studenti dell'Onda l'avevano intravisto il pericolo vero che non stava solo nei tagli alla ricerca, nel licenziamento dei precari, nell'attacco ai livelli minimi di funzionalità del sistema formativo. L'avevano capito che il problema di fondo non era semplicemente quello della dottrina Gelmini sul "sessantottismo" o di Brunetta sul "fannullonismo", ed appariva chiaro che il supplente da conservare, l'organico da preservare, gli standard minimi da tutelare sarebbero poi stati un effetto e non la causa. La dignità delle condizioni materiali del lavoratore - non solo di quello della scuola - poteva essere salvata solo a condizione di aprire uno scontro senza precedenti sui diritti fondamentali garantiti dalla Costituzione repubblicana e antifascista, avendo come controparte un governo che in nessuna delle sue componenti aveva come riferimento l'Italia nata dalla Resistenza. La dignità poteva esser salvata solo a condizione di fare della scuola il perno d'una battaglia senza quartiere contro una visione nuovamente classista della società, espressa da un capitalismo costretto dalla legge del profitto a rifiutare ogni possibile mediazione.
Oggi tutto è più chiaro. I precari, messi alla porta con una ferocia da prima rivoluzione industriale, sono isolati in un battaglia d'avanguardia coraggiosa ma disperata, come isolati furono gli studenti. I docenti prendono atto, registrano i danni, sono testimoni d'una Caporetto, ma ancora non saldano i ranghi, ancora non vanno a cercare i cassintegrati, i licenziati, i disoccupati e ancora non si schierano su un fronte unico con gli spezzoni dell'esercito sbandato della democrazia. E' drammatico ascoltarne l'impotente e continuo lamento per le classi divise, l'orario spezzettato in sedi lontane e il deperimento pauroso della qualità dell'insegnamento e, nel contempo, non sentire una voce combattiva e davvero solidale coi colleghi mandati a casa, non veder balenare la lama d'un pugnale che si accinga a restituire il colpo ricevuto, non ascoltare il proclama che conduca alla guerra per la democrazia. Fuori dalla scuola, tuttavia, nelle piazze oscurate dall'informazione di regime, per fortuna si lotta ancora con coraggio. E nella lotta, com'è sempre stato nella storia dei lavoratori, emergono soluzioni, nasce una consapevolezza nuova, si individuano obiettivi, si cercano alleati. Il tre ottobre, quando una stampa spesso pavida è scesa in piazza fuori tempo, oscurando la manifestazione nazionale dei precari, ancora una volta gli insegnati erano praticamente assenti. Come un anno fa, quando i nostri figli studenti ci chiedevano di agire e noi eravamo fermi. Eppure, davanti al Ministero da cui la Gelmini comanda le operazioni di smantellamento, Barbara, una precaria che ha cuore e testa, ci ha chiamati una volta ancora alla lotta. Val la pena di ascoltarla e riflettere. Non è retorica: il tempo comincia veramente a stringere

giovedì 1 ottobre 2009

-- Saltano le graduatorie. Nomine da rifare?

da www.tuttoscuola.com giovedì 1 ottobre 2009

Con ordinanza n. 4796/2009 il Consiglio di Stato non ha accolto l'appello del Miur per l'annullamento della sospensiva del Tar Lazio che alcuni mesi fa aveva bocciato il decreto ministeriale n. 42/2009.

Il decreto ministeriale, nel consentire il trasferimento a graduatorie di altre due province dei docenti iscritti nelle graduatorie ad esaurimento, aveva disposto che i trasferiti venissero collocati in coda alle graduatorie di nuova iscrizione.

Contro il decreto avevano presentato ricorso migliaia di docenti che avevano rivendicato l'iscrizione "a pettine", cioè l'inserimento nelle graduatorie secondo il punteggio posseduto. In particolare l'Anief, l'associazione dei precari, aveva sostenuto molti ricorso al Tar.

Il Tar Lazio aveva accolto i ricorsi, ordinando la sospensiva del provvedimento ministeriale, ma il Miur, per non compromettere gli adempimenti di inizio d'anno relativi alle nomine in ruolo e annue, aveva ignorato la sospensiva e, contestualmente, aveva presentato appello al Consiglio di Stato. Che l'ha respinto.

Si apre ora uno scenario imprevisto di cui è difficile prevedere la soluzione in tempi rapidi, visto che le nomine sono già state effettuate quasi tutte e che una revisione delle graduatorie avrebbe, comunque, tempi non brevi.

Sono anche da considerare le eventuali inziative dei controinteressati, cioè degli altri docenti che, scavalcati nelle nuove (eventuali) graduatorie, potrebbero a loro volta impugnarle.

Forse oggi, in occasione della prevista audizione alla Camera, il ministro Gelmini, come auspica l'Anief, potrebbe fornire primi chiarimenti.

lunedì 28 settembre 2009

-- COMUNICATO DI RETESCUOLE

Retescuole ritiene che la situazione che attualmente sta attraversando la scuola pubblica sia di estrema gravità. Le scuole che hanno solo sezioni a tempo pieno hanno avuto l'organico richiesto, e ciò è frutto senz'altro delle dure lotte sostenute nel milanese da docenti e genitori lo scorso anno scolastico. I posti che sono stati concessi, però, sono sull'organico di fatto, e dunque volatili. Nelle scuole elementari dove invece vi è una o più sezioni a modulo i tagli sono stati realizzati sconvolgendo anche l'assetto del tempo pieno. Nelle scuole medie lo scempio è ancora maggiore e le scuole superiori stanno entrando proprio in queste settimane nel tunnel che porterà alla riduzione generalizzata del tempo scuola. L'emergenza precari è sotto gli occhi di tutti. Ovunque sono state tagliate risorse per il sostegno alla disabilità, ovunque ci si ritrova con classi sovraffollate in spregio alla legislazione vigente sulla sicurezza. Il personale ata è stato ridotto compromettendo l'efficienza della sorveglianza, della pulizia e dei servizi amministrativi e tecnici. Tutte le scuole vantano crediti spaventosi nei confronti dello stato. La qualità della scuola pubblica, il benessere dei bambini e delle bambine e delle/degli adolescenti non è mai stato così a rischio.

Retescuole chiama il popolo della scuola a ritrovare rapidamente la propria combattività o passeremo i prossimi anni a lamentarci di non aver fatto abbastanza quando ne avevamo la possibilità. Chi pensa che i tagli al personale della scuola siano finiti e già questi gli sembrano tanti, si sbaglia: il ministero ha realizzato solo la prima tranche di un pacchetto che prevede la stessa quantità di tagli ripetuta nei prossimi due anni. Chi pensa che già così i nostri studenti e i nostri figli stiano stretti nelle classi e più di così non sia possibile, si sbaglia: il ministero prevede ancora migliaia di tagli derivati dai futuri aumenti del numero di alunni per classe. Chi pensa che la disabilità sia protetta dalla legge, di nuovo, si sbaglia: già oggi non sono assicurate le ore che gli stessi decreti della Gelmini assicuravano. Occorre muoversi, non serve borbottare da soli per i corridoi.

Come Retescuole chiediamo:

- ai membri dei consiglio di circolo e di istituto di ogni ordine e grado di mobilitarsi, trovarsi, riunirsi e stilare una piattaforma di rivendicazioni che supporti una vertenza generalizzata della scuola pubblica nei confronti dello stato. I cittadini pagano le tasse anche per la scuola pubblica, lo stato non può appropriarsene: sono soldi nostri.

- ai delegati sindacali di prendere iniziative all'altezza di una "ristrutturazione" che ha provocato migliaia di licenziamenti nella scuola, una situazione senza precedenti nel mondo lavorativo, anche a livello di industria.

- ai genitori e agli insegnanti di ragazzi disabili, di trovarsi, riunirsi e di assumere iniziative per sollevare pubblicamente lo scandalo dell'abbandono di questi ragazzi straordinari.

Chiediamo a tutti gli attivisti che in questi anni ci hanno seguito di smuovere nella propria scuola ogni organismo collettivo o rappresentativo perché prenda posizione contro gli attacchi ministeriali.

MA

Tutte queste iniziative sarebbero depotenziate se non ci fosse un momento centrale, unificato, dove tutte le emergenze della scuola pubblica non uscissero allo scoperto. Serve un momento in cui diventi visibile l'indignazione del popolo della scuola. A questo fine sono sicuramente importanti gli appuntamenti del 3 ottobre (manifestazione nazionale dei precari) e del 9 ottobre (sciopero studenti e Unicobas), ma è fondamentale mantenere la prospettiva dello sciopero del 23 ottobre (convocato da Cub, Sdl e Cobas) che offre l'opportunità e il tempo sufficiente per far crescere dal basso la protesta. Non si tratta di aderire a questa o quella piattaforma o sigla sindacale: come sempre per noi si tratta semplicemente di una occasione di protesta di cui appropriarci come popolo della scuola. Chiediamo ai docenti ed ATA di aderirvi al di là della tessera sindacale che si ha in tasca, a tutti i settori studenteschi di parteciparvi, a tutti i genitori che ne hanno la possibilità di aderirvi. Chiediamo ai sindacati scuola di Cgil Cisl e Uil di confluire anche loro su questo appuntamento. Mandiamo un segnale forte e unitario al governo. Il popolo della scuola non si arrende.

quelle e quelli di Retescuole

venerdì 25 settembre 2009

-- L'insegnante straniera che guarda compiaciuta la scuola italiana

da www.tuttoscuola.com venerdì, 25 settembre 2009

E' arcinoto che l'italiano è inguaribilmente esterofilo in tutti i campi, compreso quello scolastico.

Ad, esempio, per molti osservatori di casa nostra il sistema scolastico inglese costituisce il modello ideale da seguire. Un interessante articolo pubblicato su "Il Giornale" sembra invece smentire autorevolmente questo luogo comune.

Testimone di una critica a tutto campo al sistema scolastico inglese è una non meglio identificata docente di scuola primaria inglese conoscitrice anche del sistema scolastico italiano.

L'insegnante critica vari aspetti del sistema scoalstico del suo Paese (programmi eccessivamente essenzializzati, esclusione del mondo personale degli studenti dalle loro attività espressive, non sequenzialità temporale degli studi storico-antropologici, asistematicità degli apprendimenti, attività preparatoria delle lezioni eccessiavmente schematica, ecc.).

In particolare viene criticato il disallineamento nella scuola primaria tra classe anagrafica e livelli di apprendimento che determinano gruppi di livello che si aggregano e disaggregano in base ai livelli raggiunti in una data disciplina, generando una aggressività diffusa.

Dopo tanta critica, l'insegnante britannica rivolge uno sguardo compiaciuto ai bambini italiani, esprimendo apprezzamento e meraviglia, colpita dalla loro innocenza, a confronto dei suoi, aggressivi al punto da prendere a pugni l'insegnante.


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martedì 22 settembre 2009

-- VIVA LA SCUOLA

Da: barbara
Oggetto: [gelmini_no] Vivalascuola. Il primo giorno di scuola.
A: gelmini_no@yahoogroups.com
Data: Domenica 20 settembre 2009, 19:58



Inoltro..... .
Ciao a tutti/tutte.
Barbara

Vivalascuola. Il primo giorno di scuola

Posted by giorgiomorale on September 14, 2009

Ecco il primo giorno di scuola a Napoli, Torino, Milano 1 e 2, Bologna, Terni, Prato, Roma, Ancona, Reggio Calabria, Messina, Palermo... Comincia l'anno del taglio di 42.000 posti di lavoro, non supportato da alcun atto normativo (vedi qui). Il nuovo anno si apre nella incertezza delle norme (vedi qui) e nella protesta (vedi qui e qui). Vivalascuola augura un buono anno scolastico.

Per conoscere la scuola del ministro Gelmini

La scuola elementare

TAGLIO DEGLI ORGANICI E "MAESTRO UNICO"
Hanno ridotto il numero dei docenti: 16 000 in meno in tutta Italia, 470 solo nella provincia di Milano. La riduzione proseguirà inesorabile nei prossimi due anni fino ad ottenere i 30.000 tagli previsti. Anche gli specialisti di inglese sono destinati a sparire: ogni maestra/o dovrà insegnare inglese dopo un corso di 200 ore...
Anche il personale ATA è stato fortemente ridotto: i tagli a livello nazionale sono stati 15.000 mentre 30.000 sono quelli previsti per i prossimi due anni.
Obiettivo primario del ministro: imporre il maestro unico per ottenere il risparmio previsto dalla legge finanziaria (8 miliardi di Euro in 3 anni; per intenderci esattamente la metà di quanto ci costeranno i 131 cacciabombardieri JSF acquistati dal nostro paese).
Ma è possibile ritornare oggi alla formula del maestro "tuttologo" di cinquant'anni fa? Le mobilitazioni di genitori e insegnanti hanno sostanzialmente bocciato il modello del maestro unico (meno del 3% di richieste in tutta Italia) e anzi è aumentata
la richiesta di Tempo Pieno.

MENO TEMPO SCUOLA, MENO SOSTEGNO E ZERO COMPRESENZE
Prosegue inesorabile anche la riduzione del tempo scuola e del sostegno ai bambini e alle bambine con disabilità. Nella maggior parte delle classi il Tempo Pieno viene privato delle ore di compresenza, che saranno destinate a coprire i tagli e le supplenze. Togliere le compresenze vuol dire impedire laboratori (ad esempio quelli di informatica, impossibili da gestire da una sola maestra con 27 bambine/i), uscite (per legge 1 adulto ogni 15 bambini) e attività di recupero! In molte scuole è ormai impossibile attuare anche i modelli orari di 30 e 33 ore (ex modulo), quelli più diffusi al di fuori delle grandi città.
Il Tempo Pieno non è una formula oraria, è un modello didattico-pedagogic o!
Se la scuola riduce l'orario settimanale dovrà per forza insegnare di meno.
Lo scorso anno i genitori hanno firmato in Lombardia oltre 28.000 domande di iscrizione "integrative" in cui hanno richiesto le 40 ore, il doppio organico e 4 ore di compresenza. Queste domande sono state consegnate al Ministero assieme alle altre 230.000 richieste analoghe raccolte in tutta Italia.

AFFOLLAMENTO
Per "risparmiare" oltre 4800 insegnanti in tre anni, dal prossimo anno si potrà arrivare a 27 alunni per classe. Sarà sempre più difficile realizzare interventi adeguati su tutti gli alunni e ampliare l'offerta formativa.

TAGLI AI BILANCI DELLE SCUOLE
Lo scorso anno le scuole non hanno ricevuto il contributo dallo Stato per pagare le spese di ordinaria gestione. Materiale di cancelleria, fotocopie, spese telefoniche, materiale di pulizia ecc. spesso sono stati finanziati dai contributi "volontari" (sic!) dei genitori. Tutte le scuole hanno bilanci drammaticamente in rosso e vantano crediti nei confronti dello Stato.
I fondi per le supplenze sono stati tagliati di oltre il 50%. I/le maestri/e assenti per malattia non verranno sostituite. Ciò compromette gravemente il normale svolgimento dell'attività didattica e lede il diritto allo studio dei bambini e delle bambine.

* * *

La scuola media inferiore

DOVE SONO LE ORE DI RECUPERO O POTENZIAMENTO? E I PROGETTI, CHE FINE FANNO?
Per effetto della riconduzione delle cattedre a 18 ore, l'aumento del numero di alunni per classe e la riduzione del tempo scuola sono state tagliate 1000 cattedre nel milanese (2.600 in Lombardia e 17.500 a livello nazionale). Gli insegnati di lettere, ad esempio, faranno solo lezioni frontali e non potranno più svolgere attività in compresenza (potenziamento, recupero e progetti). Per lo stesso motivo, non potranno più insegnare italiano agli alunni stranieri. Chi lo farà? Anche il personale ATA (non docente) è stato fortemente ridotto: i tagli a livello nazionale sono stati 15.000 mentre 30.000 sono quelli previsti per i prossimi due anni.

E I LABORATORI?
Siccome sono sparite le compresenze e sono stati ridotti gli orari, i laboratori sono a rischio. Prima infatti il laboratorio di informatica era spesso organizzato sfruttando le compresenze nelle ore di educazione tecnica. La classe era divisa in due gruppi che si alternavano nelle esercitazioni informatiche. Adesso non è più così e se la scuola non ha le risorse economiche per pagare esperti esterni, non può più garantire questo servizio.

TI PARE POSSIBILE?
Il numero degli alunni è aumentato fino a 30 per classe e non ci sono i docenti necessari a garantire le ore di sostegno di cui avrebbero diritto i ragazzi e le ragazze con disabilità. Per l'anno che inizia oggi c'è un docente di sostegno ogni quattro alunni diversamente abili.
In aule sovraffollate si insegna male ed è più difficile imparare. Bocciature e malessere non potranno che aumentare.

È ANCHE UNA QUESTIONE DI SICUREZZA!
Che succede se manca un docente?
I fondi per le supplenze sono stati tagliati di oltre il 50%, quindi è facile immaginare che in caso di assenza per malattia di un/una docente le classi saranno divise; si perderanno ore di lezione e i ragazzi e le ragazze si troveranno a condividere ambienti affollati e scomodi. Tutto ciò compromette gravemente il normale svolgimento dell'attività didattica e lede il diritto allo studio degli alunni e delle alunne.

BILANCI IN ROSSO
Non ci sono soldi per pagare le supplenze, né per il normale funzionamento della didattica. Materiale di cancelleria, fotocopie, spese telefoniche, materiale di pulizia ecc. spesso sono stati finanziati dai contributi dei genitori.
Tutte le scuole hanno bilanci drammaticamente in rosso e vantano crediti nei confronti dello Stato. Dirigenti e docenti fanno i salti mortali per assicurare la continuità dell'offerta formativa, ma quest'anno sarà quasi impossibile.

* * *

La scuola superiore

MA È SOLO L'INIZIO, BEN ALTRO POTRÀ ANCORA ACCADERE!
Nelle scuole superiori l'anno scolastico 2009/2010 comincerà con 400 insegnanti in meno a Milano, 1.000 in Lombardia e 11.000 in tutta Italia. Molti docenti precari sono stati espulsi dalla scuola, ma anche numerosi docenti di ruolo sono stati dichiarati soprannumerari. Dall'a.s. 2010/2011 per l'avvio del riordino di Licei, Tecnici e Professionali sono previsti ulteriori 15.000 tagli. Altri docenti precari non saranno riassunti e i docenti di ruolo in esubero saranno messi in mobilità e, se non ricollocati, rischieranno il licenziamento.
Anche il personale ATA è stato fortemente ridotto: i tagli a livello nazionale sono stati 15.000 mentre 30.000 sono quelli previsti per i prossimi due anni.

NUOVI CRITERI PER LA COSTITUZIONE DELLE CLASSI
Le classi saranno costituite da un minimo di 27 alunni per arrivare fino a 33. Le classi prime in cui sono presenti alunni diversamente abili dovrebbero essere costituite con un numero di studenti non superiore a 20, ma per rispettare il limite delle dotazioni organiche tale numero può essere superato.
In aule sovraffollate si insegna male ed è più difficile imparare. Bocciature e dispersione non potranno che aumentare.

RICONDUZIONE DELLE CATTEDRE A 18 ORE
Tutte le cattedre sono state ricondotte a 18 ore.
La riconduzione delle cattedre a 18 ore compromette la continuità didattica, impedisce la sostituzione di docenti assenti, nega la possibilità di attivare corsi di prima alfabetizzazione per gli studenti di madre lingua non italiana e insegnamenti alternativi alla religione cattolica.

TAGLI AI BILANCI DELLE SCUOLE
Tutte le scuole hanno bilanci drammaticamente in rosso e vantano crediti nei confronti dello Stato. Lo scorso anno le scuole non hanno ricevuto il contributo per pagare le spese di ordinaria gestione e per poter attivare i corsi di recupero necessari. I fondi per le supplenze sono stati tagliati di oltre il 50%. Tutto ciò compromette gravemente il normale svolgimento dell'attività didattica e il diritto allo studio dei ragazzi.
La privatizzazione del sistema di istruzione è avviata!

RIORDINO DELLA SCUOLA SUPERIORE
Il riordino della scuola superiore NON è legge. I Regolamenti previsti dall'art.64 della legge n. 133/08 non sono ancora stati definitivamente approvati dal Consiglio dei Ministri.
Secondo quanto previsto dagli Schemi di regolamento nell'a.s. 2010/2011 il riordino coinvolgerà non solo tutte le prime, ma anche le seconde di Licei e Tecnici. Le terze e le quarte dei Tecnici proseguiranno secondo gli attuali piani studio, ma con un orario settimanale ridotto a 32 ore. I Professionali passeranno a 34 ore (per arrivare a 32). A regime tutte le sperimentazioni spariranno e il numero di ore di laboratorio sarà significativamente ridotto. Nei Licei l'orario sarà di 27 ore al biennio e di 30 al triennio (31 al Liceo classico). Fanno eccezione i Licei artistico e coreutico - musicale che prevedono da 32 a 35 ore.
Tutte le scuole superiori dovranno costituire dipartimenti e un comitato tecnico scientifico che svolgeranno di fatto le funzioni affidate oggi al collegio dei docenti. Il comitato tecnico scientifico sarà composto in modo paritetico da docenti e da esperti del mondo del lavoro, delle professioni e della ricerca scientifica e tecnologica.
Meno tempo a scuola rende più difficile sia insegnare che imparare. Nelle scuole superiori occorre più collegialità, dipartimenti e comitato tecnico scientifico al contrario la riducono.
(da ReteScuole)

lunedì 21 settembre 2009

-- 1 ottobre convegno a Napoli di Insegnanti Senza Frontiere

CLICCA SULL'IMMAGINE A DESTRA PER INGRANDIRE LA LOCANDINA

-- Nasce a Napoli "Insegnanti senza frontiere"

Cari amici, il 2 luglio 2009 (con un ufficiale atto notarile) si è costituita a Napoli la onlus "Isegnanti senza frontiere" per iniziativa di un gruppo di noi docenti.
Nel corso di un'assemblea (estiva) abbiamo subito raccoltouna quarantina di adesioni (soprattutto giovani):
Successivamente abbiamo costituito una redazione on line e tra pochi giorni sarà possibile seguire tutte le attività sul nostro sito (www.insef.it): per ora compare in chiaro solo la locandina qui allegata.
Per il lancio pubblico della nostra associazione abbiamo organizzato la manifestazione dell'1 ottobre alle ore 16.30 - presso la sede del Cidi - con la partecipazione di Roberto Beneduce che insegna a Torino antopologia culturale ed è presidente del "Centro Franz Fanon", di Valerio Petrarca che insegna nell'Università di Napoli ed è, tra l'altro, autore del libro "I pazzi di Gregoire" basato sull'esperienza vissuta in Africa e di un docente dell'Orientale che insegna lingua e cultura italiana.
L'associazione non è costituita da soli docenti; bensì - sulla base della più celebre esperienza di "Medici senza frontiere" - organizza coloro che intendano intervenire nel campo dell'integrazione, dell'educazione interculturale, delle competenze linguistiche, dell'inclusione sociale, dei diritti di cittadinanza, della fruibilità dei servizi, della lotta alle discriminazioni, dell'assistenza e consulenza per la progettazione d'interventi integrati, della promozioone culturale nel confronto delle diverse storie.
"Insegnanti senza frontiere" vuole essere partecipe del più ampio schieramento esistente contro tutte le forme di razzismo, discriminazione, esclusione che sempre di più oggi minacciano la convivenza civile tra tutti gli uomini.
Spero d'incontrarvi per questa occasione. Un abbraccio da Vittorio Vasquez

venerdì 18 settembre 2009

-- Appello no Gelmini - firma

Da: lopisbarbara
Oggetto: [gelmini_no] Firma il manifesto delle docenti e dei docenti italiani
A: gelmini_no@yahoogroups.com
Data: Martedì 15 settembre 2009, 16:28



Inoltro campagna per i docenti.

Se volete scaricare il manifesto potete farlo qui:
http://forumscuole. it/manifestodoce nti/MANIFESTO. pdf
Per le firme raccolte potete contattarmi al 3407063360, lopisbarbara@ libero.it

APPELLI
Italia, 14/09/2009

Firma il manifesto delle docenti e dei docenti italiani
creato da Marco Donati

Appello a tutte le insegnanti, a tutti gli insegnanti che vogliono difendere la scuola della Repubblica.

Siamo a una nuova ripartenza, come dicono i commentatori sportivi.
Anche per il prossimo anno cercheremo di fare ciò che possiamo per
combattere il colera.
Siamo attrezzati, lo siamo fin dai tempi della Moratti e anche da prima.

Questo però è un anno molto particolare: i risparmi sul sistema
istruzione, il taglio degli organici, il peggioramento delle
condizioni di vita per chi insegna e per chi impara, vanno a
configurare un quadro di sfascio senza ritorno. Il tutto aggravato da
una propaganda martellante del Governo contro i docenti che vengono
additati come gli unici responsabili di tutti i malfunzionamenti del
sistema di istruzione.

Alle giuste azioni di lotta e di opposizione insieme a genitori,
studenti e società civile, crediamo si debba affiancare una iniziativa
forte, sul piano delle idee, dei docenti della scuola italiana per
"fare quadrato" intorno alla professione docente, affiancando alla
denuncia delle responsabilità politiche, elementi qualificanti di
impegno a proseguire nel mandato affidatoci dalla Costituzione.

Difendersi e contrattaccare chi vuol distruggere la scuola pubblica,
scommettendo su una reazione d'orgoglio professionale.

Sottoscrizione e manifesto vogliono essere strumenti per riprendere il
contatto diretto con tutti i docenti e provare a riflettere insieme su
quali strade intraprendere per difendere la scuola di tutti e di
tutte, per tutti e per tutte.

Marco Donati, Retescuole

Per leggere e firmare online il manifesto, fai clic sul link qui sotto

http://www.petizion ionline.it/ petizione/ manifesto- delle-docenti- e-dei-docenti- italiani/ 25

- Madonna assunta - comunicato stampa

CRONACHE DALL'OCCUPAZIONE – 11° giorno

COMUNICATO STAMPA

Dopo l'incontro con il sindaco Rosa Russo Iervolino, l'assessore comunale Rispoli, l'assessore regionale Gabriele, il Direttore Generale Bottino, avvenuto mercoledi 16 presso Palazzo san Giacomo, l'accordo tra noi e le Istituzioni, siglato dal rispetto e dal reciproco riconoscimento dei reciproci ruoli, è stato:

-il completamento dei lavori come prescritto dalla Procura della Repubblica entro 6 mesi, o meglio, prima.
- l'allocamento di 1 milione di euro da parte dell'assessore Corrado Gabriele per i lavori di cui sopra.
-nel frattempo saremo ospitati presso il 74° cd- via Terracina (elementare) con 16 aule e il 41° -Vito Fornari (materna) con 7 aule.

- per il trasporto a via Terracina abbiamo richiesto i pulmini del Comune di Napoli.
-per Ilioneo siamo in attesa della formalizzazione della deroga per i lavori per l'impianto antincendio il cui appalto è già assegnato.

Riconosciamo l'apporto istituzionale dell'assessore Gabriele e del suo staff, del Direttore Generale Bottino, del Sindaco Rosa Russo Iervolino, dell'assessore Rispoli e dei consiglieri Fucito e Simeone.

Ringraziamo in primis il nostro dirigente scolastico, dottoressa Raucci.

Ringraziamo Barbara e il lavoro che da tanti anni compie per la scuola, bene comune.
Un ringraziamento particolare va ai giornalisti della carta stampata e della televisione, e del web per il modo partecipato e puntuale con cui hanno seguito e diffuso tutta la nostra vicenda. Manifestiamo tutti a favore della libertà di stampa.
Ringraziamo il personale della X municipalità, gli esercenti e il quartiere di Bagnoli.

Ringraziamo e abbracciamo i ragazzi dell'Iskra, di Rifondazione e della Casa della Sinistra che con noi hanno passato le notti, cantato, allietato le giornate dei bambini.

Ringraziamo noi stessi per questa avventura. Abbiamo ri-scoperto quanto grande sia la forza dell'essere cittadini, abbiamo capovolto un destino che sembrava già scritto, abbiamo creduto nella nostra scuola pubblica.
Per undici giorni ci siamo incontrati, abbiamo scoperto ricchezze nascoste e le abbiamo messe a disposizione di un sogno apparentemente utopico ma profondamente reale.
Tutti noi, cittadini napoletani.

Adesso non vogliamo disperdere questa ricchezza; disoccupiamo il parlamentino della X municipalità e fondiamo il comitato Madonna Assunta sia per seguire l'evolversi dei lavori dell'edificio, sia per dare un contributo alla vita del nostro quartiere. (mail: madonnaassunta@libero.it.,).

“Risolvere i problemi da soli è egoismo, risolvere i problemi insieme è politica” (don Milani)

Abbiamo imparato, noi, genitori, insegnanti, bambini, a salvaguardare insieme i nostri diritti.

mercoledì 9 settembre 2009

- Il Piave mormorò....

di Giuseppe Aragno
29 luglio 2009
da Fuoriregistro
E' insegnante di lettere e storia dal 1974. Nel bene e nel male, Paola Goisis è figlia della nostra scuola, quella dei fannulloni di Brunetta, ma dice i che i titoli di studio "non garantiscono un'omogeneità di fondo e spesso risultano comprati". Non so se si riferisca a esperienze personali, ma metto le mani sul fuoco: avrà prove da mostrare e copie di denunce puntualmente inviate alle autorità competenti.
In Parlamento non l'ha eletta nessuno. L'ha nominata Bossi, è deputata e ritiene d'avere una delega popolare.
Livornese e leghista - in Padania c'è entrata senza permesso di soggiorno e, a ben vedere, in fondo è clandestina - afferma che "gli insegnanti devono conoscere la cultura della regione dove lavorano". I professori, dice, dovranno superare un "test dal quale emerga la loro conoscenza della storia, delle tradizioni e del dialetto della regione in cui intendono insegnare". Quando è stata Commissario d'esame a Trapani, il test non l'ha fatto di certo e di Sicilia non sarà molto esperta, ma che importa? Se si tratta di Veneto, Goisis non ha pari: nell'ambito dell'Identità Veneta e della Fiera Florovivaistica - è questo il curricolo dei nostri deputati! - ha creato la festa di "Este in Fiore" con la rievocazione storica della "Elezione del Doge".
Una festa in costume con corteo di gondole e patrizi provenienti da Venezia.
Di gondole e Dogi si occupa per noi, con la più grande serietà, la Commissione Cultura della Camera: all'ordine del giorno ci sono poi Alberto da Giussano, l'albo regionale degli insegnanti, il Carroccio e il nuovo giuramento di Pontida.
La signora Goisis finge d'ignorarlo, ma il sangue versato sul Piave dai fanti calabresi e campani è un titolo che nessuno comprò e di cui tutti avrebbero fatto volentieri a meno. Grazie a quel sangue, però, Paola Goisis oggi può divertirsi a giocare con le sue gondole e i suoi dogi. Faccia pure, signora, ma ricordi: tutto ha un limite e tutto prima o poi finisce. Chi insegna storia, però, dovrebbe saperlo: la farsa talvolta si muta in tragedia.

- Trasferimento coatto di tutte le insegnanti del plesso Madonna Assunta del 73° circolo

Da: lopisbarbara
Oggetto: [gelmini_no] Comunicato delle docenti del 73°cd "Madonna Assunta"
A: gelmini_no@yahoogroups.com
Data: Lunedì 7 settembre 2009, 12:55



Le insegnanti del 73° Circolo Plesso Madonna Assunta

Dopo mesi, forse anni, di intenzionale incuria del plesso Madonna Assunta, ecco quale sarà la soluzione al problema: trasferimento coatto delle insegnanti e degli alunni al 67° Circolo a Rione Traiano.

Le dichiarazioni, ora scritte!, dell’inagibili tà dell’edificio che ha ospitato per 60-70 anni collegio e poi scuola (.. e che ospiterà parte di un istituto superiore, nonostante tutto, anche la sede del cral … per i quali non conta l’inagibilità !) ci tolgono “definitivamen te” la nostra scuola, dove abbiamo scelto di lavorare, di collaborare con il territorio, di sperimentare e di crescere come comunità intera, alunni, famiglie, docenti e personale della scuola tutto.

La scuola non è soltanto l’edificio che la ospita, la scuola è l’insieme complesso di relazioni, di reti, di scambi con il territorio circostante, territorio che è in comunicazione ed interazione con il resto della città: la nostra scuola, Madonna Assunta, vive di tutte queste relazioni e le vivifica a sua volta.

Il trasferimento coatto che si vuole mettere in atto avrà come inevitabile conseguenza la “morte& #148; di quanto si è costruito da 34 anni a questa parte: significa strappare i legami, annullare i valori pedagogici ed umanistici con i quali un’intera comunità è cresciuta e continuerebbe a crescere;

significa sradicare questa comunità e renderla inerme, tacitarla, ucciderla;

significa rendere impossibile qualsiasi ideale pedagogico;

significa dichiarare che la scuola non serve, che un intero territorio può farne a meno di una scuola che accoglie 450 bambini di platea;

significa che il quartiere di Bagnoli può fare a meno della sua unica scuola a tempo pieno, che la città di Napoli può fare a meno di una scuola a tempo pieno riconosciuta d’eccellenza;

significa che non ha alcun senso la ricerca didattica che si realizza da anni con università, musei e centri di ricerca;

significa sottostare ad una politica ottusa e poco lungimirante, che non persegue trasparenza e non dà conto di come sia speso il denaro pubblico.

Come è possibile quanto è accaduto alla nostra scuola?
Noi sappiamo che la storia è lunga e molti, dicono, di saperla tutta, ma solo il 7 luglio avveniva quanto ora riporto dal verbale del consiglio di Circolo del 13 luglio : “...la Dirigente... raggiunge il plesso Madonna Assunta...ha constatato la presenza nei locali scolastici del tecnici del Comune di Napoli... durante l'incontro-soprallu ogo, si sono ricevute comunicazioni verbali sullo stato dei lavori ai solai, ormai conclusi, sulla compartimentazione della scuola primaria con quelli dell'IPIA (conclusa), sulla prove di carico e sondaggio alle strutture che hanno dato risultati favorevoli, sull'ultimo intervento da effettuare ad opera di elettricisti da effettuare in data odierna. Nonostante ciò, il geom. Dati ha ritenuto opportuno ribadire che la scuola Madonna Assunta non riaprirà se non dopo ulteriori lavori per il rifacimento delle pavimentazioni , della facciata e del riscaldamento. ...”

Allora, come è possibile che solo un mese dopo detto da più parti che la scuola non potrà aprire, perché sarebbero drammatiche le condizioni strutturali dell'edifico.

Ci domandiamo se tutto questo sia sopraggiunto tra il 7 luglio ed il31 agosto o già da tempo erano queste le caratteristiche dell’edificio, edificio che soltanto negli ultimi 10 anni è stato sottoposto a continui lavori di “restauro& #148;, e che solo nel 2005 ha avuto lavori per l’adeguamento alla legge sulla sicurezza… quegli stessi tecnici non avevano allora gli strumenti per verificare lo stato delle cose? allora hanno voluto realizzare dei lavori su una struttura non sicura?!

Ecco perché tutto suona falso e con obiettivi altri.

Ecco perché non accettiamo questo trasferimento al 67° circolo.

Ecco perché chiediamo agli assessori di riprendere in esame le disponibilità della scuole della X municipalità, affinché accolgano le nostre classi, nel quartiere.

Chiediamo che venga convocato, con urgenza, un tavolo interistituzionale di trattativa, alla presenza dei rappresentanti del CSA, dell'Assessorato all'Istruzione della X Municipalità, del Comune, della Provincia e della Regione, delle Dirigenze di tutte le scuole del territorio Bagnoli-Fuorigrotta , dei Sindacati. Provinciali e Regionali.

Noi vogliamo restare nel quartiere di Bagnoli, vogliamo restare a vigilare, oltretutto, sul nostro territorio, perché vogliamo un’indagine seria sulla struttura di Madonna Assunta, vogliamo far luce sulla leggerezza con cui si è liquidata la storia di questa scuola, vogliamo restare nel quartiere dove, personalmente, da oltre 30 anni fa abbiamo scelto di lavorare e di dedicare la nostra energia, la nostra passione, la nostra vita.

Le insegnanti del 73° Circolo Plesso Madonna Assunta

- 500 bambini senza scuola

Costanza Boccardi - 02-09-2009

Questa è una storia di ordinaria illegalità, che coinvolge 500 bambini napoletani, le loro famiglie e i loro insegnanti.
La nostra scuola, il plesso Madonna Assunta del 73° circolo didattico di Napoli, è stata oggetto dal 2003 di lavori di ristrutturazione. Lavori che abbiamo denunciato, perché non rispondenti alle necessità reali della scuola. 600.000 euro mal spesi, come ha riconosciuto la Procura della Repubblica. D'altra parte cerchiamo di insegnare la legalità, e vedere sperperar finanziamenti pubblici ci costringe, in quanto cittadini, ad intervenire.
Per 6 anni i nostri bambini hanno vagato, a singhiozzo, su quattro quartieri e due municipalità, in quaranta in un'aula, senza strumenti indispensabili allo studio come la biblioteca, il laboratorio scientifico, i computer, gli spazi per la psicomotricità.
Sei anni e 600.000 euro dopo, ci fanno intendere che la scuola non verrà aperta il prossimo 14 settembre. Senza ulteriori spiegazioni. Tutto il lungo, paziente dialogo con le amministrazioni locali non ha avuto alcun risultato. O meglio, ci ha fatto solo perdere tempo.
'Madonna Assunta' è una scuola pubblica a tempo pieno, una delle pochissime del sud; è una scuola voluta trent'anni fa dagli operai dell'Italsider di Bagnoli, radicata sul territorio; è una scuola che lavora sull'integrazione e sulla prevenzione; è un'ottima scuola, una delle migliori della città.
Ma sorge sul lungomare di Bagnoli; forse lì, per qualcuno, ci starebbe meglio un albergo.
Per denunciare l'illegalità stiamo condannando i nostri figli a perdere la LORO scuola, i loro compagni, le loro maestre, Bagnoli a perdere una scuola funzionante, la scuola pubblica a perdere un modello studiato dalle Università.
Era meglio il silenzio?

Costanza Boccardi - cittadina

giovedì 3 settembre 2009

Ordine del giorno approvato dal CNPI il 2 settembre 2009

Ordine del giorno approvato dal CNPI il 2 settembre 2009
L'avvio dell'anno scolastico è contrassegnato da forti elementi di criticità, tensione ed instabilità derivanti dalle misure di contenimento della spesa e della conseguente forte riduzione delle dotazioni organiche del personale.
Tutto ciò comporta inevitabilmente ricadute negative sull'organizzazione del lavoro e dell'offerta formativa soprattutto in quanto risultano diffusamente pregiudicati la continuità ed i rapporti di collegialità e condivisione.
In questo contesto emerge, con particolare evidenza, la condizione di migliaia di lavoratori precari, che per anni con il loro lavoro hanno assicurato il regolare funzionamento delle istituzioni scolastiche e che oggi vedono compromesse le possibilità di una riconferma del proprio contratto di lavoro.
Una drammatica condizione personale e famigliare che investe in termini di vera e propria emergenza sia la scuola che la società.
Il CNPI, assumendo doverosamente tali questioni, auspica e sollecita tutti quegli interventi che possono assicurare le necessarie tutele ai lavoratori della scuola, al pari di quelle che si stanno definendo per le situazioni di crisi che attraversano il mondo del lavoro, contribuendo, in tal modo, ad attenuare un disagio personale e famigliare che inevitabilmente si riflette sull'intera comunità scolastica.

giovedì 11 giugno 2009

-- Precariato: i Comitati preparano un luglio di protesta

da http://www.tecnicad ellascuola. it/index. php?id=25997&action=view

di R.P.
Nel corso di un 'incontro con i sindacati, il Ministro Gelmini conferma le assunzioni già annunciate nei mesi scorsi, Lo Snals si dichiara soddisfatto. Ma intanto i Comitati dei precari annunciano un sit-in nazionale per il prossimo 15 luglio.
Il problema del precariato torna di nuovo all’ordine del giorno.
Nella giornata del 10 giugno si è svolto un incontro fra il ministro Mariastella Gelmini e i sindacati nel corso del quale è stata affrontata la questione delle prossime assunzioni.
Mentre non si conoscono ancora le valutazioni dei sindacati confederali sull’esito dell’incontro, lo Snals ha già fatto sapere di mostrare apprezzamento “per la decisione del ministro Gelmini di assicurare le immissioni in ruolo e di estendere ai docenti precari gli ammortizzatori sociali”.
Lo Snals ha anche chiesto che “per tutti i precari delle graduatorie permanenti ad esaurimento con nomina annuale, in servizio nel corrente anno scolastico, venga garantita la nomina giuridica, valida ai fini dell’anzianità e della pensione, con decorrenza 1° settembre”.
Ma intanto i numerosi comitati di precari attivi in molte regioni d’Italia si stanno già organizzando per promuovere una giornata nazionale di protesta simile a quella svoltasi a Roma un anno fa e che rappresentò a tutti gli effetti l’inizio della protesta contro la legge 133.
I vari comitati rilanciano ancora una volta la parola d’ordine “assunzione di tutti i precari a tempo indeterminato su tutti i posti vacanti e disponibili in organico di diritto e di fatto”.
La protesta, annunciano i precari, continuerà fino al completo ritiro di tutti i tagli previsti dalla legge 133 e fino al ritiro del progetto di legge Aprea che, secondo i precari, avrà come effetto quello di “rimettere nelle mani di fondazioni private la scuola pubblica statale, trasformandola in senso aziendalistico con conseguente gerarchizzazione dei docenti”.
La decisione di promuovere per il prossimo 15 luglio un sit-in di protesta di fronte al Parlamento è stata presa dai comitati di tutta Italia nel corso di una assemblea nazionale svoltasi lo scorso 24 maggio.
La protesta si concentra sui tagli previsti dalla legge 133 ma, inevitabilmente, riguarda anche le scelte di politica scolastica del Governo (riduzione dei posti di sostegno, diminuzione del tempo scuola, aumento del numero di alunni per classe, riduzione dei finanziamenti assegnati alle scuole per la nomina dei supplenti e per il funzionamento ordinario).

10/06/2009

lunedì 11 maggio 2009

BOCCIATA DAL TAR LA CIRCOLARE SUI LIBRI DI TESTO di Gianni Gandola

Inoltro intervento su www.retescuole. net.
Ciao a tutti/tutte
Barbara
Milano , 08/05/2009

da www.scuolaoggi. org del 8.5.2009

La III sezione del TAR del Lazio, con ordinanza del 7 maggio 2009 ha accolto il ricorso presentato da una ventina di insegnanti di scuola primaria della provincia di Milano, in accordo con la Flc Cgil milanese, disponendo la sospensione in via cautelare della Circolare ministeriale n.16 del 10.2.2009 relativa all'adozione dei libri di testo. Vediamo di ricostruire la vicenda nel suo insieme facendo direttamente riferimento al testo stesso del ricorso presentato dall'avv. Isetta Barsanti Mauceri e all'ordinanza del TAR.

I ricorrenti, tutti docenti a tempo indeterminato che attualmente prestano servizio presso le istituzioni scolastiche della provincia di Milano, contestano il fatto che le disposizioni contenute nella CM impugnata sono lesive della loro professionalità sotto il profilo della lesione alla libertà di insegnamento ed al principio dell'autonomia delle istituzioni scolastiche.
Con la legge n. 169/08 infatti è stata modificata la disciplina relativa all'adozione dei libri di testo nelle istituzioni scolastiche statali ed è stata prevista una disciplina volta a contenere la spesa libraria assegnando una durata maggiore alla scelta dei libri di testo operata dagli Organi Collegiali di ciascuna istituzione scolastica. Il Ministero dell'Istruzione dell'Università e della Ricerca, quindi, in esecuzione della nuova normativa, avrebbe dovuto con riferimento all'adozione dei libri di testo per il prossimo anno scolastico 2009/2010 dettare specifiche istruzioni.
Tuttavia, con il provvedimento impugnato, il Miur, anziché limitarsi a spiegare ciò che la nuova normativa prevede, dopo aver richiamato le funzioni dei libri di testo, le modalità ed i tempi di adozione, ha disatteso la normativa vigente introducendo nuovi limiti e restrizioni. La CM impugnata, infatti, prevede espressamente "le funzioni dei libri di testo (1), se ne indicano le tipologie in un'ottica di diversificazione delle proposte editoriali (2), se ne precisano modalità e tempi di adozione (3), si richiamano le soluzioni organizzative previste dalla normativa (4), si definiscono le misure e gli aspetti di natura finanziaria (5) nonché gli interventi di vigilanza e di monitoraggio (6) ". Ed ancora: "Gli insegnanti attualmente impegnati nelle classi quinte della scuola primaria hanno cura di proporre al collegio dei docenti la scelta dei libri di testo per le classi I, II, III, mentre gli insegnanti impegnati nelle classi terze, i libri di testo per le classi IV e V. In ugual misura nella scuola secondaria la scelta sarà effettuata dai docenti delle classi terminali."
Ora, le modalità che i docenti devono seguire, e che il Ministero ha indicato con la CM impugnata, violano palesemente i principi dell'autonomia delle singole istituzioni scolastiche oltre che della libertà di insegnamento cui il momento dell'adozione del libro di testo è una delle espressioni tipiche.

Nella CM impugnata, infatti, il Miur, affermando di voler evitare alle famiglie i costi eccessivi per l'acquisto dei libri di testo, interpreta in modo errato anche la recente normativa (L. 169/2008) e stabilisce vincoli e prescrizioni, quali la non modificabilità delle scelte da parte degli insegnanti e della scuola nell'arco dei due periodi previsti, palesemente illegittimi che non possono trovare alcuna giustificazione, neppure sotto il profilo di un risparmio economico per le famiglie, tanto meno nella scuola primaria ove, come è noto, è sancita la gratuità dei libri di testo.

Il legislatore, secondo i ricorrenti, ha previsto una cadenza quinquennale dell'adozione dei libri di testo, "salva la ricorrenza di specifiche e motivate esigenze che giustifichino un'anticipazione della scadenza; detta disposizione normativa, volta a contenere la spesa libraria, prevede una situazione di normalità, ma prevede anche circostanze eccezionali, quali ad esempio il cambio del docente, che possono motivare una diversa scelta da parte del docente subentrato ad inizio a.s. e che in base alla propria libertà di insegnamento decida di perseguire gli obiettivi educativi preparando i propri allievi su di un diverso testo scolastico.

Il Miur, tuttavia, non sembra aver accolto questa lettura della norma quando con la CM n.16/2009 detta le istruzioni per l'adozione dei libri di testo stabilendo i vincoli che devono essere seguiti:
"Le adozioni secondo i criteri e le procedure sopra indicate devono rispettare i seguenti vincoli, oltre i tetti di spesa di cui si dirà più oltre:
a) la cadenza pluriennale (ogni cinque anni per la scuola primaria e ogni sei per la scuola secondaria di I e di II grado) per l'adozione dei libri di testo;
b) la non modificabilità delle scelte da parte degli insegnanti e della scuola nell'arco dei due periodi previsti;
c) la restrizione della scelta ai libri di testo a stampa per i quali l'editore si sia impegnato a mantenere invariato il contenuto per un quinquennio, fatta salva la possibilità per l'editore di trasformare il medesimo libro di testo nella versione on line scaricabile da internet o mista. Il vincolo della non modificabilità del libro di testo da parte dell'editore per il periodo indicato non può avere decorrenza anteriore alla data di emanazione della legge 30 ottobre 2008, n. 169.
[.. ]I vincoli indicati si applicano per le nuove adozioni di libri di testo per l'anno scolastico 2009-2010, non per le conferme. L'assegnazione di altro docente nella classe, a decorrere dal 1° settembre 2009, non consente in alcun modo una diversa scelta di libri di testo già effettuata. In proposito, il dirigente scolastico è tenuto ad esercitare una scrupolosa vigilanza sul rispetto di tale divieto" (C.M. n.16/2009)

La CM impugnata, prevedendo che i docenti debbano individuare i testi scolastici da adottare nelle classi per la durata di n. 5 anni, senza possibilità di poter valutare, come invece prevede la legge, eventuali alternative giustificate anche da particolari necessità, comprime l'autonomia didattica degli stessi nonché le prerogative previste dagli organi collegiali con particolare riferimento al Collegio dei docenti, la cui competenza in tema di adozione dei libri di testo è espressamente prevista dal Tu 297/94.
Peraltro, l'art. 3 del DPR 275/99, prevede, all'ultimo comma che all'atto dell'iscrizione la scuola consegni alle famiglie il POF (Piano dell'offerta formativa) in precedenza adottato e conseguentemente, sulla base di detto POF che i medesimi siano anche edotti sul percorso educativo che i docenti intendono seguire, comprensivo anche della scelta del libro di testo adottato.
E' di tutta evidenza, quindi, che la scelta del libro di testo debba essere fatta dagli organi collegiali competenti sulla base della proposta del docente che non può essere costretto a proporre quanto deciso tre o quattro anni prima da altro docente.

Da quanto sopra – recita testualmente il testo del ricorso - appare assolutamente evidente come il provvedimento adottato sia palesemente illegittimo e pertanto debba essere annullato.

Il TAR del Lazio ha accolto nella sostanza queste motivazioni rilevando che, come dedotto in ricorso, con una norma di rango sub secondario non possono essere introdotti criteri più restrittivi di quelli stabiliti dalla norma di rango primario. L'Amministrazione dell'Istruzione quindi, secondo quanto disposto dal TAR, dovrà riesaminare la predetta Circolare n.16 nella parte in cui non ha previsto che la cadenza di rinnovo dei libri di testo per le scuole primarie e secondarie stabilita dal D.L. n.137/2008 conosce l'eccezione della "ricorrenza di specifiche e motivate esigenze" quali possono essere il cambio del docente.

Gianni Gandola

lunedì 13 aprile 2009

-- Quel minor fabbisogno di prof di lettere che lascia perplessi

www.tuttoscuola.com venerdì 10 aprile 2009

Fino ad oggi nella scuola secondaria di I grado gli insegnanti di lettere assicuravano ad ogni classe undici ore settimanali di insegnamento tra italiano, storia e geografia. Su due corsi completi (sei classi), per assicurare complessivamente 66 ore di insegnamento (11 x 6 = 66) si avvicendavano quattro docenti di lettere, due dei quali, ad anni alterni, insegnavano soltanto per 15 ore su 18, rimettendo le tre residue alla disponibilità per attività varie e supplenze.

Per ogni classe, secondo la riforma Gelmini, saranno invece previste da settembre soltanto 9 ore di lettere che dovranno servire per insegnare italiano, storia e geografia. Su due corsi completi di sei classi, basteranno tre docenti di lettere, senza che residuino ore di disponibilità.

Ogni sei classi, dunque, si riduce di una unità il numero dei docenti di lettere.

Se si considera che attualmente le classi a orario normale sono circa 58 mila e sono poco meno di 20 mila quelle a tempo prolungato è facile calcolare che le cattedre di lettere da togliere saranno diverse migliaia.

L'Uil-scuola ha calcolato che potrebbero essere circa 9.500. E potrebbero essere un dato stimato per difetto.

C'è l'incognita dell'aiutino della risorsa oraria (un'ora a settimana) di "approfondimento in materie letterarie" che tuttavia non costituisce cattedra, ma contribuisce alla formazione di cattedra interne in fase residuale.

Oltre al dato di organico che esce fortemente ridimensionato dalla manovra, le perplessità riguardano anche la contrazione di questo insegnamento di base su cui si continuano a spendere parole di impegno per il suo potenziamento (vista anche la diffusa carenza formativa dei nostri ragazzi e della stessa popolazione adulta del nostro paese), a cui non seguono sempre azioni coerenti.

sabato 4 aprile 2009

-- Organici: per la Uil impossibile ricollocare i perdenti posto nelle medie

www.tuttoscuola.com venerdì 3 aprile 2009


Uno studio della Uil scuola sostiene che saranno soprattutto i docenti di lettere delle medie a pagare lo scotto dei tagli.

Dalla circolare sugli organici appena emanata dal ministero dell'Istruzione emerge infatti che mentre alle superiori l'operazione riguarderà i docenti di quasi tutte le discipline, alle medie i tagli cadranno soprattutto sulle cattedre di lettere (9.500 posti in meno) e di tecnologia (2.500).

Per gli insegnanti di italiano, secondo il sindacato, sarà anche difficile la ricollocazione: il numero delle cattedre viene infatti calcolato riportando a 18 ore il totale delle ore frontali di lezione di ciascun docente. "Fino ad oggi l'orario di lezione dell'insegnante era sempre questo, ma, a volte, una parte di queste ore era spesa in attività progettuali o per le supplenze. Ora dovranno tutte essere di lezione. Di qui i 9.500 posti in meno".

Un numero enorme, che secondo il sindacato creerà forti problemi di ricollocazione per chi perde il posto. "Il perdente posto- spiega il segretario Massimo Di Menna- dovrebbe essere spostato in un'altra scuola, ma ovunque ci saranno docenti in più, quindi non si capisce dove saranno mandati". Alcuni potranno occupare i posti precedentemente coperti dai precari, ma non ci sarà posto per tutti. La richiesta del sindacato è perciò quella di lasciarli nel loro istituto magari per altre attività.

La Uil scuola è critica anche sul nodo del tempo scuola: "non viene data una risposta certa e chiara alla scelta delle famiglie. Soprattutto, nella scuola primaria, non è scritto nero su bianco che sarà garantita la scelta delle 30 ore". Per quanto concerne i precari, Di Menna chiede "un monitoraggio preciso e concreto", e l'emanazione della direttiva, più volte annunciata, riguardante l'autonomia didattica e organizzativa alle scuole nell'utilizzo degli insegnanti.

La circolare sugli organici, osserva infine Di Menna, determina poi "la sostanziale eliminazione dell'inglese potenziato, tanto sbandierato,".


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mercoledì 1 aprile 2009

-- Stop ai recuperi per pagare i supplenti

Si invia per conoscenza,
il documento approvato dal consiglio d'istituto del Liceo di Luino, il quale denuncia di essere stato costretto a tagliare i corsi di recupero per poter pagare le supplenze e il funzionamento che non vengono finanziati.

Con preghiera di massima diffusione.
R.P.
DOCUMENTO APPROVATO DAL CONSIGLIO D'ISTITUTO IN DATA 25.03.2009

In merito alla situazione determinatasi nel nostro Istituto, a causa di una carenza di fondi necessari per il pagamento degli stipendi ai supplenti brevi e della conseguente decisione di sospendere i corsi di recupero degli alunni per stornare il corrispettivo a favore degli stipendi di cui sopra, il Consiglio d'Istituto dichiara quanto segue:

Già in passato questo Consiglio aveva espresso il proprio disappunto per il mancato accreditamento al Liceo di Luino dei finanziamenti spettanti per il pagamento degli stipendi ai supplenti brevi e dei compensi per gli Esami di Stato relativi all'anno 2006, per un totale di EUR 122.901,67.Anche i finanziamenti relativi all'anno 2008 per spese obbligatorie (stipendi, Esami di Stato e fondo d'istituto) sono pervenuti solo in parte: ad oggi mancano EUR 47.807,00. In totale la nostra scuola è creditrice dallo Stato di una cifra pari a EUR 170.708,67.

Nel corrente anno scolastico 2008/2009, il nostro Liceo si è trovato nella necessità di dover nominare otto supplenti per assenze di lungo periodo, per assicurare agli utenti il regolare svolgimento dell'attività didattica. L'onere del pagamento degli stipendi dei docenti in questione è a carico del bilancio della scuola. Lo stanziamento spettante per l'anno finanziario 2009, secondo i rigidi parametri fissati dalla notaministeriale protocollo n. 3338 del 25.11.2008, sono appena sufficienti per garantire la copertura stipendiale per il mese di gennaio.

Si evidenzia altresì che nell'anno in corso il Ministero ha completamente azzerato il finanziamento per il funzionamento amministrativo e didattico. Lo stesso, negli anni precedenti, era andato progressivamente diminuendo, rendendo pertanto necessario un incremento della quota d'iscrizione a carico degli utenti. Peraltro per consentire lo svolgimento delle attività pomeridiane di ampliamento dell'offerta formativa siamo stati costretti a chiedere un ulteriore contributo alle famiglie.

In tali condizioni la scuola non è in grado di mantenere adeguati standard educativi e di qualità, a scapito degli studenti, delle loro famiglie e anche degli stessi docenti.

Per sollecitare un intervento risolutore, il nostro Istituto, come altre scuole, ha inviato una richiesta al Ministero, alla Direzione Generale Regionale e all'Ufficio Scolastico Provinciale, senza ottenere purtroppo alcun riscontro.

Il Consiglio d'Istituto pertanto, ancora una volta, è costretto a fare appello alle forze politiche, alle rappresentanze sindacali, agli organi di stampa e all'opinione pubblica affinché il nostro Liceo possa corrispondere alle legittime aspettative dell'utenza.

martedì 31 marzo 2009

-- E Di Pietro raccoglie firme contro la non riforma

da TuttoscuolaFOCUS martedì 31 marzo 2009 - www.tuttoscuola.com

Il partito di Antonio Di Pietro, l'Italia dei Valori, ha avviato in tutta Italia una raccolta di firme contro la riforma della scuola varata recentemente dal governo Berlusconi. Anzi, contro la "non riforma" Gelmini, che "in realtà non riforma nulla" perché "toglie spazio alla scuola pubblica per quella privata, toglie il tempo pieno, toglie la pluralità di insegnanti, toglie risorse".

Per il momento si tratta di una petizione - non quindi dell'avvio di una procedura referendaria, di cui pure si era parlato nelle scorse settimane - con la quale il partito di Di Pietro denuncia "questa deriva che non aiuta i giovani e gli studenti a prepararsi per affrontare al meglio la propria vita. Per non parlare delle persone che vengono mandate a casa. Persone usa e getta. Persone qualificate che possono aiutare molto il mondo della scuola alle quali il Governo dice 'arrivederci e grazie' trasformando il precariato in una vera e propria tortura".

Con il linguaggio diretto che è una sua caratteristica, anche Di Pietro si schiera a favore dei precari della scuola. Lo fa probabilmente (ma non è il solo) con un occhio rivolto alle prossime scadenze elettorali. Le elezioni europee sono alle porte, e la concorrenza tra le forze politiche cresce, favorita dalle caratteristiche del sistema con il quale si voterà, un proporzionale con soglia di sbarramento al 4%. Ma ai precari della scuola, e al superamento della soglia, guarda anche la nuova formazione politica di Ferrero e Diliberto, erede di Rifondazione comunista e del Partito dei Comunisti Italiani, due partiti della cosiddetta sinistra radicale che nella scorsa legislatura si batterono con determinazione e con successo proprio a favore dei precari.

-- LICEO ARTISTICO - Una riforma da riscrivere

CONVEGNO
RIFORMA DA RISCRIVERE
L'attuazione dell'art.64 della legge 133 del 06/08/2008 e il Dl 226 del 17/10/2005, sviliscono la ragion d'essere dei licei artistici e degli Istituti d'arte
• QUALE LICEO D'ARTE PER IL FUTURO ?
• QUALE DESTINO PER LE SPECIFICITA' TERRITORIALI ?
• QUALE FUTURO PER GLI OPERATORI ?
lunedi 6 aprile2009 dalle ore 15 alle 20
aula magna del LICEO ARTISTICO STATALE DI NAPOLI largo SS Apostoli 8/A Napoli
(nelle vicinanze della Curia)
Accoglienza- Prof. Renato Botte - DS del liceo artistico statale di Napoli
presentazione ed introduzione - Prof.Michelangelo Riemma Docente LAS Napoli
-“ Per una proposta alternativa unitaria del LAS e ISA “
Prof.ssa Fidalma Malfera' - Docente LAS NapolI
-“ saperi e formazione artistica nell'attuale ordinamento”
Dott. Corrado Gabriele - Ass. all' istruzione della Regione Campania
“ fra riforma e autonomia degli enti locali, quale futuro per l'istruzione artistica, e per
gli operatori del settore in campania “
Dott.ssa Angela Cortese - Ass.alle politiche scolstiche e formative della Provincia di Napoli
“ gli effetti delle norme legislative in materia della popolazione scolastica nelle scuole campane “
Dott.ssa Giovanna Cassese - Direttore dell' Accademia di Belle Arti di Napoli
-” l'alta formazione artistica post-diploma e inserimenti professionali sul territorio “
Prof. Salvatore Maglione - componente del Consiglio Nazionale della Pubblica Istruzione
-” valutazioni e riflessioni del CNPI inerente alla riforma gelmini “
sono invitati ad itervenire:
i rappresentanti e i DS degli ISA e LAS della Campania
i delegati territoriali delle sigle di tutti i sindacati confederali e non
seguira' dibattito
LICEO ARTISTICO STATALE
NAPOLI



alla Direzione Scolastica Regionale per la Campania
all’Ufficio Scolastico Provinciale
ai L.A.S. ed Istituti Statali d’Arte della Campania
alla Direzione dell’Accademia delle Belle Arti di Napoli
al mondo dell'Arte e della Cultura cittadina
alla Regione Campania, al Comune e alla provincia di Napoli
alle OO.Sindacali del comparto scuola
Agli organi di stampa
Agli studenti e ai loro genitori
I docenti del Liceo Artistico Statale di Napoli esprimono costernazione e sfiducia nei confronti dello
Schema di Piano Programmatico del M.I.U.R di concerto con il Ministero dell’Economia e delle
Finanze, in attuazione dell’art. 64 della legge 6 agosto 2008, n. 133.
In tale Schema di Piano - a pag. 8 - nella parte riservata alla revisione degli ordinamenti scolastici,
revisione che sarà attuata per via amministrativa e senza passare per il dibattito parlamentare, si
dice: “Per i licei artistici e i licei musicali e coreutici l’orario obbligatorio di lezione sarà di 32 ore
settimanali, con conseguente revisione dei quadri orario previsti dagli allegati al decreto
legislativo 17 ottobre 2005, n. 226”.
Attualmente il Liceo Artistico di Napoli con la sua Maxisperimentazione di cinque anni, articolato
in un Biennio di orientamento e in un triennio con tre indirizzi, concorre ad una preparazione
storico-umanistica e di conoscenze e competenze tecnico-artistiche e di progettazione grazie ad un
monte ore settimanali di 40.
Il Collegio dei docenti, in quanto organo competente per l’elaborazione del Piano dell’Offerta
Formativa dell’istituzione scolastica, che dovrà essere esplicitato ai genitori dei futuri allievi delle
prime classi del prossimo anno scolastico 2008/2009 esprime il più totale dissenso verso questo
progetto che per fini economici di risparmio e non per motivi didattico - educativi e pedagogici,
svilisce la ragion d’essere della formazione artistica a cui il nostro istituto e la nostra
professionalità sono deputati.
Infatti il monte ore settimanale verrà ridotto a 32 ore, con il taglio straordinario presumibilmente
delle ore delle Discipline Pittoriche, Plastiche e Geometriche ,come già era previsto dal Decreto
Legislativo n. 226/2005 legge Moratti, che sono le aree di indirizzo del liceo, si va verso la
mortificazione del fare artistico, impedendo la formazione di giovani pronti ad operare con
competenze nel mondo dell’arte e del lavoro.
Si evidenzia che il decreto di legge n.133 colpisce tutti i licei artistici sia di corso tradizionale,sia di
progetto Michelangelo, Leonardo e Brocca e tutti gli istituti d’arte presenti sul territorio nazionale,
inoltre, questi ultimi saranno ancor più penalizzati e colpiti nella peculiarità formativa dei piani di
studio rivolti a specifici settori del fare artistico e si paventa una loro regionalizzazione..
Il nuovo disegno di legge prevede ancora l’accorpamento con altre istituzioni scolastiche di diverso
indirizzo, l’accorpamento delle classi di concorso con dequalificazione dell’insegnamento,
l’aumento del numero di alunni per classe previsto in unità di 30 ed oltre.
Si invitano pertanto le autorità competenti a rivedere tale piano e ad iniziare una consultazione del
mondo della scuola ed accademico, per elaborare una qualificata e condivisa riforma dell’istruzione
artistica.
Votato all'unanimità
Napoli, 02/02/2008