domenica 7 dicembre 2008
-- PIATTAFORMA DELLA RETE NAZIONALE PRECARI della SCUOLA.
Il movimento insegnanti precari rifiuta ogni tentativo di ridimensionamento della gestione statale dellistruzione pubblica, che snatura la scuola statale nella sua funzione costituzionale del superamento delle differenze di sesso, religione, lingua, condizioni psico-fisiche e sociali.
Il sistema pubblico è il solo ad essere aperto a tutti, caratterizzato dalla libertà di insegnamento e dal pluralismo; esso è il solo modello che, se ben finanziato, può rimuovere gli ostacoli di ordine economico e sociale, che impediscono l'eguaglianza dei cittadini. Questa funzione di emancipazione della scuola è stata notevolmente ridimensionata dalle politiche di tagli alle risorse destinate allistruzione pubblica negli ultimi anni, in particolare con lultima manovra finanziaria della legge 133 (articolo 64). La piena attuazione delluguaglianza sostanziale richiede che sia assicurato a tutti i cittadini il raggiungimento degli obiettivi dello sviluppo personale e della partecipazione sociale, e ha come passaggio obbligato e ineliminabile la tutela di quanti abbiano minori possibilità culturali ed economiche.
La funzione principale che la scuola è chiamata a svolgere dalla Costituzione non è semplicemente quella di valorizzare gli alunni più meritevoli, ma di rendere possibile a tutti, compresi gli alunni più svantaggiati, la partecipazione attiva alla vita della scuola e successivamente della società. Invece, operazioni quali la reintroduzione del maestro unico, figura superata da decenni, cancellano anni di sperimentazione didattica e pedagogica basati sulla condivisione di responsabilità tra docenti e sugli approfondimenti disciplinari a favore del potenziamento, del recupero e dellintegrazione degli alunni.
La promozione di una piena concorrenza tra istituzioni scolastiche (PDL Aprea) che vede in competizione scuole pubbliche tra loro e scuole pubbliche con scuole private è alla base di un processo di destrutturazione del sistema dellistruzione statale, che si sta evidenziando in maniera crescente. Il ridimensionamento del corpo docenti, laumento degli alunni per classe, la riduzione dellorario dinsegnamento, laccorpamento delle classi di concorso, la proposta di nuove forme di reclutamento (chiamate dirette dei dirigenti scolastici) e il ritorno del maestro unico, il taglio degli insegnanti di sostegno, vanno di pari passo con una politica di attribuzione delle risorse modulate in funzione della capacità di ogni scuola di attrarre il maggior numero di studenti. La funzione emancipatrice della scuola viene condizionata da una logica prevalentemente mercantile dove il preside da primus inter pares, sottoposto alla volontà collettiva degli organi collegiali, diviene come dirigente scolastico un amministratore completamente assorbito dalla spasmodica ricerca di finanziamenti esterni tendenzialmente ridotti nel numero e nellentità. La proposta dintroduzione delle fondazioni di diritto privato allinterno del consiglio damministrazione delle scuole e la conseguente riduzione della rappresentanza dei docenti non è altro che una conseguenza della riduzione dei fondi pubblici e della loro diseguale distribuzione. La paventata competizione tra scuola pubblica e privata si riduce, nei fatti, in una privatizzazione della scuola pubblica e dei rapporti di lavoro che in essa si esplicano.
Come insegnanti precari siamo direttamente sottoposti alla mannaia dei tagli. Qualora mantenessimo saltuariamente il nostro posto di lavoro ci troveremmo ad operare in una scuola nella quale i nostri diritti verrebbero ancor più calpestati: lassunzione diretta da parte dei dirigenti scolastici alimenta quelle tendenze allarbitrio ed alla mancanza di regole nellassunzione che già oggi, in alcuni casi appaiono latenti. Quale libertà dinsegnamento ci potrà essere in una scuola nella quale un dirigente scolastico, rafforzato nel suo potere rispetto ad organi collegiali ridimensionati, viene pesantemente condizionato dalle direttive indicate dalle fondazioni private?
La combinazione di autoritarismo allinterno e di mercantilismo e subalternità verso le fondazioni allesterno sviliscono la qualità della didattica, la scuola come fattore di partecipazione collettiva e di elaborazione di un sapere critico e, quindi, di uno sviluppo sociale ed intersoggettivo della persona.
La modificazione dello stato giuridico del docente, accompagnato dalla riduzione del livello della contrattazione nazionale rispetto a quella regionale e distituto elimineranno, di fatto, una reale rappresentanza delle RSU nelle scuole. A ciò si accompagna una stratificazione gerarchica delle varie figure di docente (iniziale, ordinario, esperto) la quale fa presagire una futura condizione di cannibalismo e di progressiva erosione di diritti e la ricattabilità continua nei confronti dellintero corpo docente. La nostra condizione di precarietà verrà, di fatto, estesa allinsieme dei lavoratori della scuola, eliminando la condizione di pariteticità e cooperazione tra insegnanti, che è la migliore garanzia di qualità ed efficienza nel sistema dellistruzione.
Dietro le roboanti proclamazioni di meritocrazia e lotta ai fannulloni si nasconde un modello di società fondato sulla miope esaltazione dellindividuo decontestualizzato che si traduce, nei fatti, nella svalutazione delle qualità personali e nella conseguente valorizzazione del servilismo, della continua ricerca dellambizione individuale e del clientelismo. Lattacco che riceviamo immediatamente come insegnanti precari si connette, quindi, organicamente con lattacco che stanno subendo gli insegnanti di ruolo, il personale ATA, gli studenti medi ed universitari e, più in generale, lintero comparto dellistruzione e del complessivo mondo del lavoro. Lalleanza tra noi è posta nei fatti.
La lotta in difesa della scuola pubblica e della qualità dellinsegnamento, la capacità di emancipazione sociale che la contraddistingue sono direttamente collegate con la difesa dei diritti dei lavoratori che in essa operano, con lestensione del principio di collegialità tra le sue componenti contro ogni logica di autoritarismo. Contrastiamo radicalmente la logica che scaturisce dallarticolo 64 della legge 133, dalla legge 169 e dal PDL Aprea e, soprattutto in virtù della nostra condizione di precari, rifiutiamo limpianto complessivo della riforma della scuola e dellUniversità.
La possibilità di ottenere dei risultati passa attraverso la nostra autorganizzazione, la costruzione di un movimento unitario di insegnanti precari allinterno del più ampio movimento in difesa dellistruzione pubblica.
Le nostre richieste più immediate, che sottoponiamo alla discussione di tutte le componenti del precariato della scuola e delluniversità, sono le seguenti:
- Abrogazione dell articolo 64 e 66 della legge 133 e della legge 169
- ABROGAZIONE DEI COMMI: 411 punto d) 413, 414 dell'art.2 della L.244/07
- Ritiro della Proposta di legge Aprea
- Aumento dei fondi destinati allistruzione statale.
- Ripristino della pluralità docente e attuazione integrale del tempo pieno e modulare garantito nello stesso modo in tutte le regioni e finanziato dalla fiscalità generale
- Difesa dellorganico esistente docente e personale ATA
- Stabilizzazione dei 142.000 posti assegnati a livello nazionale dai vari CSA provinciali attraverso la trasformazione dellorganico di fatto in ruolo
- Stabilizzazione dellorganico di fatto del personale.
- aumento del numero minimo di alunni per classe, ma non di quello massimo, nel rispetto dei parametri stabiliti per legge, condizionanti lagibilità delle aule e dei laboratori scolastici, e in considerazione della presenza di alunni disabili, così come espresso nel Parere della VII Commissione cultura, scienza e istruzione della Camera dei deputati sul Piano programmatico, approvato il 27/11/2008.
- Sblocco del turn over sostituendo tutti gli insegnanti in pensionamento.
- ripulire le graduatorie ad esaurimento di tutti i docenti assunti in ruolo (quindi, non più precari) al fine di capire il reale numero dei precari storici;
- Abrogazione della modifica del Titolo V della Costituzione che trasferendo le competenze dallo Stato alle regioni, province e comuni nega il principio costituzionale secondo il quale la scuola privata e confessionale è garantita senza oneri per lo Stato (nel rispetto dellarticolo 33 della costituzione).
- Applicazione nelle scuole private e paritarie delle condizioni contrattuali e delle modalità di reclutamento vigenti per i lavoratori delle scuole statali.
- Rafforzamento del potere degli organi collegiali allinterno della scuola e della loro funzione decisionale.
- parità di diritti e doveri tra personale a tempo indeterminato e personale a tempo determinato.
- Assegnazione di tutte le cattedre intere e frazionate tramite graduatorie ad esaurimento.
- No al ridimensionamento dei Centri Territoriali Permanenti, che comporta una riduzione delle cattedre con la conseguente congestione delle graduatorie.
Allegati alla piattaforma.
Vengono qui raccolte le principali proposte di articolazione della piattaforma, emerse durante il dibattito dellassemblea del 30 novembre e sostanzialmente condivise.
· lassunzione a tempo indeterminato dei precari della scuola, come richiesta della piattaforma, impedisce qualunque prolungamento degli incarichi annuali a tempo determinato. Specificamente si fa riferimento alle proposte di triennalizzazione dei contratti a tempo determinato.
· lattuazione completa del Piano programmatico di stabilizzazione triennale dei docenti precari, approvato dal precedente governo;
· lequiparazione tra docenti di ruolo e docenti precari del punteggio derivante da servizio effettivamente prestato e dei diritti sul luogo di lavoro;
· graduatoria ad esaurimento unica regionale con inserimento a pettine delle singole posizioni provinciali con lo scopo di ampliare il ventaglio delle scuole di preferenza: ruolo e supplenze annuali;
· la revisione dei criteri di formazione e di utilizzazione delle graduatorie di circolo e di istituto, per ottenere un ampliamento del numero di scuole disponibili, secondo due possibilità: graduatoria di circolo e di istituto unica provinciale, divisa in tre fasce; oppure, secondo il modello tuttora vigente, la scelta delle scuole potrebbe essere lasciata ai docenti (ma in numero più elevato rispetto a oggi - minimo 30) e ogni istituto, una volta esaurita la propria graduatoria di prima fascia, dovrebbe essere obbligato a utilizzare le graduatorie di prima fascia di tutti i circoli e gli istituti della provincia, per poi passare, secondo le stesse modalità, alla seconda e terza fascia.
· esaurire le graduatorie di prima fascia (docenti inseriti nella graduatoria ad esaurimento provinciale) di tutti i circoli ed istituti della provincia per poi convocare i docenti inseriti nelle graduatorie di seconda (abilitati) e terza fascia (non abilitati); dunque, tutte le istituzioni scolastiche, una volta esaurita la graduatoria interna di prima fascia dovranno attingere alle stesse dei circoli e/o istituti viciniori;
· ripulire le graduatorie ad esaurimento di tutti i docenti assunti in ruolo, compresi i docenti delle scuole private, al fine di capire il reale numero dei precari storici;
· vietare ai docenti già di ruolo di inserirsi nelle graduatorie ad esaurimento in altre province (alternativa per loro in mancanza di trasferimento e danno per i precari).
· rispettare il numero di 20 alunni per classe laddove vi è iscritto un alunno diversamente abile.
Si prega dare massima diffusione.
Grazie
Prof. Vincenzo Terracino
Il sistema pubblico è il solo ad essere aperto a tutti, caratterizzato dalla libertà di insegnamento e dal pluralismo; esso è il solo modello che, se ben finanziato, può rimuovere gli ostacoli di ordine economico e sociale, che impediscono l'eguaglianza dei cittadini. Questa funzione di emancipazione della scuola è stata notevolmente ridimensionata dalle politiche di tagli alle risorse destinate allistruzione pubblica negli ultimi anni, in particolare con lultima manovra finanziaria della legge 133 (articolo 64). La piena attuazione delluguaglianza sostanziale richiede che sia assicurato a tutti i cittadini il raggiungimento degli obiettivi dello sviluppo personale e della partecipazione sociale, e ha come passaggio obbligato e ineliminabile la tutela di quanti abbiano minori possibilità culturali ed economiche.
La funzione principale che la scuola è chiamata a svolgere dalla Costituzione non è semplicemente quella di valorizzare gli alunni più meritevoli, ma di rendere possibile a tutti, compresi gli alunni più svantaggiati, la partecipazione attiva alla vita della scuola e successivamente della società. Invece, operazioni quali la reintroduzione del maestro unico, figura superata da decenni, cancellano anni di sperimentazione didattica e pedagogica basati sulla condivisione di responsabilità tra docenti e sugli approfondimenti disciplinari a favore del potenziamento, del recupero e dellintegrazione degli alunni.
La promozione di una piena concorrenza tra istituzioni scolastiche (PDL Aprea) che vede in competizione scuole pubbliche tra loro e scuole pubbliche con scuole private è alla base di un processo di destrutturazione del sistema dellistruzione statale, che si sta evidenziando in maniera crescente. Il ridimensionamento del corpo docenti, laumento degli alunni per classe, la riduzione dellorario dinsegnamento, laccorpamento delle classi di concorso, la proposta di nuove forme di reclutamento (chiamate dirette dei dirigenti scolastici) e il ritorno del maestro unico, il taglio degli insegnanti di sostegno, vanno di pari passo con una politica di attribuzione delle risorse modulate in funzione della capacità di ogni scuola di attrarre il maggior numero di studenti. La funzione emancipatrice della scuola viene condizionata da una logica prevalentemente mercantile dove il preside da primus inter pares, sottoposto alla volontà collettiva degli organi collegiali, diviene come dirigente scolastico un amministratore completamente assorbito dalla spasmodica ricerca di finanziamenti esterni tendenzialmente ridotti nel numero e nellentità. La proposta dintroduzione delle fondazioni di diritto privato allinterno del consiglio damministrazione delle scuole e la conseguente riduzione della rappresentanza dei docenti non è altro che una conseguenza della riduzione dei fondi pubblici e della loro diseguale distribuzione. La paventata competizione tra scuola pubblica e privata si riduce, nei fatti, in una privatizzazione della scuola pubblica e dei rapporti di lavoro che in essa si esplicano.
Come insegnanti precari siamo direttamente sottoposti alla mannaia dei tagli. Qualora mantenessimo saltuariamente il nostro posto di lavoro ci troveremmo ad operare in una scuola nella quale i nostri diritti verrebbero ancor più calpestati: lassunzione diretta da parte dei dirigenti scolastici alimenta quelle tendenze allarbitrio ed alla mancanza di regole nellassunzione che già oggi, in alcuni casi appaiono latenti. Quale libertà dinsegnamento ci potrà essere in una scuola nella quale un dirigente scolastico, rafforzato nel suo potere rispetto ad organi collegiali ridimensionati, viene pesantemente condizionato dalle direttive indicate dalle fondazioni private?
La combinazione di autoritarismo allinterno e di mercantilismo e subalternità verso le fondazioni allesterno sviliscono la qualità della didattica, la scuola come fattore di partecipazione collettiva e di elaborazione di un sapere critico e, quindi, di uno sviluppo sociale ed intersoggettivo della persona.
La modificazione dello stato giuridico del docente, accompagnato dalla riduzione del livello della contrattazione nazionale rispetto a quella regionale e distituto elimineranno, di fatto, una reale rappresentanza delle RSU nelle scuole. A ciò si accompagna una stratificazione gerarchica delle varie figure di docente (iniziale, ordinario, esperto) la quale fa presagire una futura condizione di cannibalismo e di progressiva erosione di diritti e la ricattabilità continua nei confronti dellintero corpo docente. La nostra condizione di precarietà verrà, di fatto, estesa allinsieme dei lavoratori della scuola, eliminando la condizione di pariteticità e cooperazione tra insegnanti, che è la migliore garanzia di qualità ed efficienza nel sistema dellistruzione.
Dietro le roboanti proclamazioni di meritocrazia e lotta ai fannulloni si nasconde un modello di società fondato sulla miope esaltazione dellindividuo decontestualizzato che si traduce, nei fatti, nella svalutazione delle qualità personali e nella conseguente valorizzazione del servilismo, della continua ricerca dellambizione individuale e del clientelismo. Lattacco che riceviamo immediatamente come insegnanti precari si connette, quindi, organicamente con lattacco che stanno subendo gli insegnanti di ruolo, il personale ATA, gli studenti medi ed universitari e, più in generale, lintero comparto dellistruzione e del complessivo mondo del lavoro. Lalleanza tra noi è posta nei fatti.
La lotta in difesa della scuola pubblica e della qualità dellinsegnamento, la capacità di emancipazione sociale che la contraddistingue sono direttamente collegate con la difesa dei diritti dei lavoratori che in essa operano, con lestensione del principio di collegialità tra le sue componenti contro ogni logica di autoritarismo. Contrastiamo radicalmente la logica che scaturisce dallarticolo 64 della legge 133, dalla legge 169 e dal PDL Aprea e, soprattutto in virtù della nostra condizione di precari, rifiutiamo limpianto complessivo della riforma della scuola e dellUniversità.
La possibilità di ottenere dei risultati passa attraverso la nostra autorganizzazione, la costruzione di un movimento unitario di insegnanti precari allinterno del più ampio movimento in difesa dellistruzione pubblica.
Le nostre richieste più immediate, che sottoponiamo alla discussione di tutte le componenti del precariato della scuola e delluniversità, sono le seguenti:
- Abrogazione dell articolo 64 e 66 della legge 133 e della legge 169
- ABROGAZIONE DEI COMMI: 411 punto d) 413, 414 dell'art.2 della L.244/07
- Ritiro della Proposta di legge Aprea
- Aumento dei fondi destinati allistruzione statale.
- Ripristino della pluralità docente e attuazione integrale del tempo pieno e modulare garantito nello stesso modo in tutte le regioni e finanziato dalla fiscalità generale
- Difesa dellorganico esistente docente e personale ATA
- Stabilizzazione dei 142.000 posti assegnati a livello nazionale dai vari CSA provinciali attraverso la trasformazione dellorganico di fatto in ruolo
- Stabilizzazione dellorganico di fatto del personale.
- aumento del numero minimo di alunni per classe, ma non di quello massimo, nel rispetto dei parametri stabiliti per legge, condizionanti lagibilità delle aule e dei laboratori scolastici, e in considerazione della presenza di alunni disabili, così come espresso nel Parere della VII Commissione cultura, scienza e istruzione della Camera dei deputati sul Piano programmatico, approvato il 27/11/2008.
- Sblocco del turn over sostituendo tutti gli insegnanti in pensionamento.
- ripulire le graduatorie ad esaurimento di tutti i docenti assunti in ruolo (quindi, non più precari) al fine di capire il reale numero dei precari storici;
- Abrogazione della modifica del Titolo V della Costituzione che trasferendo le competenze dallo Stato alle regioni, province e comuni nega il principio costituzionale secondo il quale la scuola privata e confessionale è garantita senza oneri per lo Stato (nel rispetto dellarticolo 33 della costituzione).
- Applicazione nelle scuole private e paritarie delle condizioni contrattuali e delle modalità di reclutamento vigenti per i lavoratori delle scuole statali.
- Rafforzamento del potere degli organi collegiali allinterno della scuola e della loro funzione decisionale.
- parità di diritti e doveri tra personale a tempo indeterminato e personale a tempo determinato.
- Assegnazione di tutte le cattedre intere e frazionate tramite graduatorie ad esaurimento.
- No al ridimensionamento dei Centri Territoriali Permanenti, che comporta una riduzione delle cattedre con la conseguente congestione delle graduatorie.
Allegati alla piattaforma.
Vengono qui raccolte le principali proposte di articolazione della piattaforma, emerse durante il dibattito dellassemblea del 30 novembre e sostanzialmente condivise.
· lassunzione a tempo indeterminato dei precari della scuola, come richiesta della piattaforma, impedisce qualunque prolungamento degli incarichi annuali a tempo determinato. Specificamente si fa riferimento alle proposte di triennalizzazione dei contratti a tempo determinato.
· lattuazione completa del Piano programmatico di stabilizzazione triennale dei docenti precari, approvato dal precedente governo;
· lequiparazione tra docenti di ruolo e docenti precari del punteggio derivante da servizio effettivamente prestato e dei diritti sul luogo di lavoro;
· graduatoria ad esaurimento unica regionale con inserimento a pettine delle singole posizioni provinciali con lo scopo di ampliare il ventaglio delle scuole di preferenza: ruolo e supplenze annuali;
· la revisione dei criteri di formazione e di utilizzazione delle graduatorie di circolo e di istituto, per ottenere un ampliamento del numero di scuole disponibili, secondo due possibilità: graduatoria di circolo e di istituto unica provinciale, divisa in tre fasce; oppure, secondo il modello tuttora vigente, la scelta delle scuole potrebbe essere lasciata ai docenti (ma in numero più elevato rispetto a oggi - minimo 30) e ogni istituto, una volta esaurita la propria graduatoria di prima fascia, dovrebbe essere obbligato a utilizzare le graduatorie di prima fascia di tutti i circoli e gli istituti della provincia, per poi passare, secondo le stesse modalità, alla seconda e terza fascia.
· esaurire le graduatorie di prima fascia (docenti inseriti nella graduatoria ad esaurimento provinciale) di tutti i circoli ed istituti della provincia per poi convocare i docenti inseriti nelle graduatorie di seconda (abilitati) e terza fascia (non abilitati); dunque, tutte le istituzioni scolastiche, una volta esaurita la graduatoria interna di prima fascia dovranno attingere alle stesse dei circoli e/o istituti viciniori;
· ripulire le graduatorie ad esaurimento di tutti i docenti assunti in ruolo, compresi i docenti delle scuole private, al fine di capire il reale numero dei precari storici;
· vietare ai docenti già di ruolo di inserirsi nelle graduatorie ad esaurimento in altre province (alternativa per loro in mancanza di trasferimento e danno per i precari).
· rispettare il numero di 20 alunni per classe laddove vi è iscritto un alunno diversamente abile.
Si prega dare massima diffusione.
Grazie
Prof. Vincenzo Terracino
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